Mese: Maggio 2015

Da nord a sud le prime domande delle famiglie: riflettori su costi alti e lentezza burocratica. “Perché è così difficile fare un’adozione internazionale?”

Perché costa così caro fare un’adozione internazionale?”, “Qual è il Paese in cui la permanenza all’estero è più breve?” e “L’abbinamento con un bambino viene deciso dall’ente autorizzato o dalle autorità straniere?” Queste sono alcune delle domande inviate da coppie e famiglie accoglienti o che hanno deciso di adottare, all’indirizzo email adozioni@aibi.it o tramite il form.

Terracina (Lazio). Il sogno dei bambini in difficoltà “Regalami una famiglia”…affidataria.

Non l’ultimo modello di iphone, non lo scooter o il capo firmato alla moda. Quello che desidera di più un minore in difficoltà e la richiesta che potrebbe rivolgerti è “Regalami Una Famiglia”. Per soddisfare il suo desiderio, così come quello di tanti altri bambini in difficoltà sabato 16 maggio 2015, dalle 8, nella sede dell’Auditorium di San Domenico nel Centro Storico di Terracina, si terrà il convegno sull’affido familiare “Regalami Una Famiglia”.

Senato. Aldo Di Biagio (Area popolare): “Il tracollo delle adozioni internazionali? La causa non è tanto la crisi economica, ma la farraginosa organizzazione e il modus operandi della CAI”

Le adozioni internazionali non sembrano essere tra le priorità di Matteo Renzi. Il settore, fino a qualche tempo fa fiore all’occhiello del nostro Paese, è in piena crisi, ma finora dal Governo non solo non sono state avviate iniziative di contrasto al calo delle adozioni, ma soprattutto non sono nemmeno arrivate le risposte a quesiti richiesti da politici sensibili. Dopo tre mesi di inutile attesa, nella seduta che il Senato ha svolto il 13 maggio 2015, il senatore Aldo Di Biagio, firmatario dell’interpellanza numero 2-00249, ha preso la parola per sollecitare ulteriormente il Governo a rispondergli.

Kathmandu. Il telefono squilla: “Qui non è arrivato nessuno. Potete aiutarci?” e gli operatori Ai.Bi. vanno dove gli altri non riescono…

“Squilla il telefono e ci dicono ‘Qui non è arrivato nessuno, potete aiutarci?’ Oppure “Ci sono un sacco di bambini che girano fra le macerie ed edifici pericolanti, potete preparare un’area protetta per farli giocare e stare tranquilli?”.  Più o meno ogni giorno negli uffici di Ai.Bi., in Nepal si ripete lo stesso “copione”: squilla il telefono e dall’altro capo della cornetta sono i volontari di altre associazioni o gente comune che chiede aiuto. 

UN SMS BEN SPERATO!

 Cari lettori, in questo tempo di confusione e di riflessione rispetto alla regolarizzazione dell’ingresso dei migranti in Italia, voglio condividere con voi un piccolo successo che vede protagonista uno dei tanti ragazzi accolti in Casa Mosè. L’altra sera mentre saltavo da un canale all’altro della tv e ascoltavo svogliatamente le […]