Siria. “Come curare la malattia della guerra?” Neppure le bombe fermano i corsi di formazione di Ai.Bi. nel nord del Paese

formazione-operatori-psicosociali1Nemmeno le bombe riescono a fermare il programma di formazione e supporto psicosociale avviato da Amici dei Bambini nel nord della Siria. Nonostante la situazione nell’area sia gravemente peggiorata nelle ultime settimane, in termini di sicurezza, i training procedono più o meno regolarmente, tra cambi di location e sospensioni rese necessarie dagli improvvisi attacchi che hanno riguardato, in particolare, le cittadine di Binnish, Ariha e Maraat Al Nouman.

Dalla metà di marzo in avanti, quasi in corrispondenza della cessazione – di fatto – della breve tregua imposta a livello internazionale nel paese, Ai.Bi., in collaborazione con il partner Shafak Organization, è riuscita a formare 63 operatori per offrire supporto psicosociale ai bambini vittime di stress post traumatico, a causa delle guerra: 32 uomini e 31 donne, provenienti da quattro diverse strutture e organizzazioni, di cui tre nella Provincia di Aleppo e una nella Provincia di Idlib.

Il quarto e il quinto training sono attualmente in corso, mentre ne seguiranno altri nei prossimi due mesi, secondo quello che è il piano di lavoro stabilito da questo importante progetto di “capacity building” supportato dalle Nazioni Unite. L’obiettivo prefissato (che, stando alle attuali previsioni, sarà ampiamente superato) è quello di raggiungere almeno 100 beneficiari, tra insegnanti, animatori, educatori, volontari, staff di gestione.

In questi giorni il team sul campo sta inoltre pianificando, in collaborazione con le organizzazioni locali che gestiscono le strutture designate, i primi cicli di lavoro con i bambini, che prevedono la realizzazione di attività ricreative strutturate e periodiche, adeguate al contesto di riferimento, naturalmente sotto la supervisione degli operatori già formati. Gli stessi operatori, che già hanno sostenuto dei test durante i corsi, verranno nuovamente valutati dalla task force che ha provveduto a formarli, attraverso apposite visite sul campo, finalizzate a monitorare l’andamento delle attività e a verificare l’eventuale miglioramento delle loro capacità, specie rispetto al modo di relazionarsi e comunicare con i minori più vulnerabili.

Una prima visita ispettiva è già stata condotta presso il campo sfollati denominato Khaled ibn al-Waled, vicino al confine turco, dove i 26 operatori di Shafak formati nelle scorse settimane svolgono attività di educazione informale e supporto psicosociale con oltre 300 minori; tali attività sono state ripensate, rivisitate e integrate proprio alla luce della formazione ricevuta di recente.

Attraverso l’attività fisica e sportiva, i giochi di ruolo, ma anche il disegno, i balli e canti di gruppo, i bambini imparano dunque a confrontarsi e a interagire fra loro e con gli educatori in maniera più consona alla loro età. Senza dimenticare necessariamente i traumi subiti a causa della guerra, ma imparando ad affrontarli e, se possibile, a superarli. Riprendendo così possesso, a poco a poco, della propria infanzia.

Il supporto psicosociale per superare lo stress post traumatico è uno dei tanti interventi previsti dall’impegno di Ai.Bi. in Siria. Oltre a questo, attraverso una donazione a favore della campagna Non lasciamoli soli, ognuno di noi potrà continuare a garantire la sicurezza alimentare e la protezione dei minori nelle province settentrionali di Idlib e Aleppo e nelle aree assediate di Homs e Rural Damasco.