Ucraina: deroga all’adozione di minori con più di 12 anni

famiglienumeroseUn appello alla Commissione per le Adozioni Internazionali (CAI) per fare pressione sul Dipartimento per le Adozioni Internazionali di Kiev affinché consideri la possibilità di concedere delle deroghe alla legge sull’adozione ucraina nei casi di minori adottabili con più di 12 anni ospitati per più di tre anni dalla stessa famiglia italiana con i soggiorni solidaristici.

E’ questo quanto chiede l’associazione “Solidarietà e Accoglienza”, nata da un movimento famiglie che promuovono l’accoglienza di minori ucraini attraverso i soggiorni terapeutici. Emilio Procaccini, responsabile legale dell’associazione, ci ha rilasciato un’intervista per spiegare da cosa nasce questo appello.

Cosa vi ha spinto a lanciare questo appello?

Dalla nostra esperienza di famiglie accoglienti. Adozioni internazionali e accoglienza temporanea sono due canali che non possono e non devono confondersi, ma in alcuni casi possono confluire. E’ il caso di famiglie che hanno ospitato per anni, in alcuni casi fino a sei volte, minori ucraini adottabili e, pur essendo ritenute idonee dal Tribunale per i minorenni all’adozione, non sono riuscite ad adottare il bambino con cui avevano creato un legame affettivo stabile. Le adozioni nominali esistono già, tuttavia il problema riguarda la differenza di età imposto dalla legge ucraina tra l’aspirante famiglia adottiva e il minore adottabile, che non deve superare i 45 anni. I giudici ucraini avrebbero la facoltà di concedere deleghe in base alla valutazione dei singoli casi, ma ciò non avviene quasi mai.

Cosa proponete quindi?

Trovare meccanismi per rendere possibile delle deroghe alla legge ucraina sui limiti di età e favorire così l’adozione di minori adottabili a famiglie che già li conoscono, senza forzare per questo le maglia del sistema. Mettere sul tavolo una proposta per i minori di 12 o 13 anni adottabili e ospiti da anni dalle famiglie italiane e destinati a rimanere in istituto fino alla maggiore età. Dobbiamo trovare un modo per garantire un’accoglienza in famiglia a questi minori, non hanno nessun futuro in orfanotrofio.