Siria. L’appello del Papa dopo l’attacco alla scuola di Deraa: “Un cessate il fuoco per poter evacuare i civili”. Mentre la diplomazia è in stallo, Ai.Bi. lavora per il primo ospedale pediatrico sotto la collina

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Emergono nuovi drammatici particolari sul bombardamento che martedì 11 ottobre ha colpito una scuola di Deraa, capoluogo della Siria meridionale. Mentre il bilancio dell’attacco si fa definitivo, risulta sempre più evidente come sia urgente provvedere alla realizzazione di un nuovo ospedale che, a fronte di un sistema sanitario ormai al collasso, possa prendersi cura delle piccole vittime della guerra. Una tragedia che non lascia indifferente papa Francesco. In occasione dell’udienza generale in Vaticano di mercoledì 12 ottobre, il Pontefice è infatti tornato a rivolgere un appello per il cessate il fuoco in Siria.

Sono 6 le persone che hanno perso la vita sotto le macerie della scuola colpita: 5 bambini e un adulto. I feriti sono circa 20 e tra loro ci sono altri minori. Tutte le vittime si trovavano in classe al momento dell’attacco sferrato dall’artiglieria contro l’istituto scolastico. Deraa è la città in cui, nel marzo 2011, iniziarono le proteste contro il regime di Bashar al-Assad, che si espansero poi a tutto il Paese, sfociando in un conflitto che dura ormai da 5 anni e mezzo e ha già provocato oltre 300mila morti. La città è ancora oggi contesa tra le forze fedeli al regime di Damasco e gli insorti.

A seguito dell’attacco alla scuola di Deraa, papa Francesco ha voluto ribadire la sua vicinanza alle vittime del “disumano conflitto” in Siria. “E’ con un senso di urgenza che rinnovo il mio appello – ha detto Bergoglio all’udienza generale -, implorando, con tutta la mia forza, i responsabili, affinché si provveda a un immediato cessate il fuoco, che sia imposto e rispettato almeno per il tempo necessario a consentire l’evacuazione dei civili, soprattutto dei bambini, che sono ancora intrappolati sotto i bombardamenti cruenti”.

La conta delle vittime della giornata di martedì 11 ottobre è purtroppo ancora più grave. Sono almeno 40 i morti in tutto il Paese. Undici dei quali causati dall’esplosione di un’autobomba, rivendicata dall’Isis, avvenuta a Manbij, nel nord del Paese.

Tra i vari teatri del conflitto, il più colpito è stato ancora una volta Aleppo, anch’essa divisa tra ribelli e lealisti, con questi ultimi che ne assediano la parte orientale dal mese di agosto e 275mila civili ancora presenti in città, secondo le Nazioni Unite. Cinque i quartieri di Aleppo Est presi di mira, con le relative aree rurali, nel corso degli ultimi bombardamenti: Myassar, Alfardosa, Alkaser, al-Fardous e Bustan al Rasha. Gli ultimi due sembrano essere stati i più colpiti dai raid aerei di martedì, con rispettivamente 9 e 16 vittime, tra cui diversi bambini, per un bilancio destinato a salire ulteriormente. Non a caso, il quartiere di Bustan, in questi anni di guerra, si è guadagnato il macabro soprannome di “passaggio della morte”, a causa del gran numero di cecchini che  colpiscono chi cerchi di transitare dall’est all’ovest della città.

Mentre il sangue continua a scorrere tra la popolazione civile, la diplomazia è in situazione di stallo. È gelo tra Francia e Russia proprio a causa di divergenze sulla Siria. Parigi si è detta “in forte disaccordo” sulle modalità con cui Mosca sta affrontando la crisi siriana. È stato inoltre cancellato il viaggio che il presidente russo Putin avrebbe dovuto compiere a Parigi il 19 ottobre.

Di fronte ai numeri sempre più drammatici delle piccole vittime del conflitto, Amici dei Bambini, presente in Siria da 3 anni, ha potenziato il proprio impegno in loco. E’ già iniziata al realizzazione, nel nord del Paese, del primo ospedale pediatrico in condizioni di assoluta sicurezza, ricavato nella roccia sotto una collina, al riparo dalle bombe, che potrebbe salvare la vita a migliaia di bambini. Un progetto ambizioso a cui anche tu puoi dare un contributo: con una donazione a favore della campagna Bambini in Alto Mare o con un versamento libero al conto corrente postale 3012 intestato ad Amici dei Bambini. Così anche tu potrai aiutarci a realizzare una struttura capace di curare 300 persone al giorno, con 35 posti letto, 19 incubatrici e reparti di ginecologia, ostetricia e neonatologia, raggiungibile da 450mila civili.

 

Fonti: La Stampa, Avvenire, Agensir