Buongiorno io vorrei adottare, ma come convincere mio marito?

Cara Ai.Bi.,

da un po’ di tempo ci portiamo dentro il desiderio di un figlio che non arriva. Ho degli amici d’infanzia che hanno un figlio adottivo ormai adolescente e a me è venuto immediato pensare all’adozione. Ho cercato informazioni sul web e mi sono imbattuta nel vostro forum, dove ho potuto incrociare i vissuti, i racconti, le fatiche e l’amore di tante mamme e papà adottivi. Ho provato a parlarne con mio marito, ma è sfuggente e lascia cadere l’argomento. Come comunicargli questo mio desiderio d’intraprendere il percorso dell’adozione e convincerlo che è la strada per noi? E’ giusto farlo?

Marta

Cara Marta,

il suo incontro con l’adozione “vissuta” da mamme e papà adottive sul Forum di Ai.Bi. e fonte di gratificazione e ci  dimostra ancora una volta l’importanza di un luogo di confronto e sostegno reciproco tra famiglie che hanno percorso la stessa strada: l’adozione.

Ma torniamo alla sua domanda, sperando di poterle dare qualche spunto di riflessione per ricercare dentro di sé il modo migliore per condividere questo suo desiderio con suo marito. Pensare all’adozione per diventare madre o padre non sempre è una scelta condivisa o un desiderio che si palesa all’unisono. Uno dei coniugi può non essere d’accordo o  ha bisogno di qualcuno – in questo potrebbe essere lei –  che gli faccia scoprire una “strada diversa” verso l’incontro con il proprio figlio.

Molti gli interrogativi e le perplessità, ma le suggeriamo di trovare il coraggio di affrontare l’argomento.

Mi sento però di tranquillizzarla, perché non è l’unica ad essersi posta questa domanda: è giusto convincerlo se è un mio desiderio?

Tenga conto che quasi in tutte le coppie c’è sempre uno dei due che decide di abbandonare la strada percorsa fino a quel momento per intraprenderne una nuova e sconosciuta.  Intraprendere la strada dell’adozione significa prendere coscienza del fatto che quel bambino che sarà mio “figlio” non sarà nato da me. Una presa di coscienza che nella coppia non necessariamente arriva all’unisono. Trovi il coraggio per di dire a suo marito che sta pensando all’adozione e che la vostra sterilità non deve essere vissuta come una frustrazione o un impedimento per diventare genitori ma come una “sterilità feconda” che potrà aprirvi ad una prospettiva diversa, ma altrettanto appagante e splendida: l’adozione.

Un ultimo suggerimento, legga, se ha voglia, il nostro libro sulla “Sterilità Feconda” o lo lasci sul comodino di suo marito e chissà che una di queste sere non inizi a leggerlo.

Un caro saluto e coraggio …

Irene Bertuzzi

Adozioni Internazionali di Ai.Bi.