Vorremmo tanto adottare, ma saremo poi capaci di riconoscerlo come nostro figlio ?

Gentile Ai.Bi.

 gli ultimi anni della nostra vita sono stati piuttosto intensi. Nonostante una sterilità non del tutto accertata, io e mia moglie abbiamo fin da subito preso in considerazione l’adozione come una strada possibile.  Ora però più passa il tempo più ci chiediamo se l’adozione è davvero la strada giusta per noi e se saremo in grado diventare genitori di un figlio non nato da noi. Saremo realmente capaci di riconoscerlo come nostro figlio? Come capirlo?

 Vi ringraziamo per qualsiasi aiuto e suggerimento …

 Grazie,

Giulio

Caro Giulio,

la sua preoccupazione e quella di sua moglie accomuna tante coppie oggi Genitori di figli adottivi ed è una paura che abbiamo provato ad approfondire in due pubblicazioni non più recentissime ma sempre di grande attualità, la Sterilità Feconda: un cammino di grazia e L’adozione internazionale: 161 domande e 160 risposte.

Nell’intraprendere la strada dell’adozione è quasi automatico chiedersi se poi saremo realmente capaci di riconoscere quel figlio come nostro figlio. Ciò che ci conduce dalla sterilità biologica alla sterilità feconda è proprio il pensarci genitori adottivi di un figlio non nato da noi.

Per pensarci e riconoscerci tali è, però, necessario partire dalla consapevolezza che la genitorialità biologica non è uguale alla genitorialità adottiva.

Occorre sentirsi genitore prima di diventarlo. Io, papà o mamma, devo essere così in sintonia con mio figlio da non sapere più distinguere, col passare del tempo, che quel bambino non è nato da me. Se dentro di me non sento di essere già papà a tutti gli effetti, all’incontro con quel bambino che sarà mio e nostro figlio farò fatica ad esserlo.

Questo per dirle che la genitorialità adottiva è qualcosa che si costruisce poco a poco e prima ancora d’incontrare il proprio figlio. Per sentirsi davvero padre o madre di un bambino non nato da noi occorre innamorarsi di quel bambino – del figlio che mi aspetta – prima ancora di vederlo e di conoscerlo.

Quando inizierà a sentirsi papà o mamma del figlio che l’aspetta scoprirà che diventare genitore di un figlio non nato da voi è un miracolo che si realizza giorno dopo giorno e che inizia molto prima di sentirsi chiamare mamma e papà.

Un cordiale saluto a lei e a sua moglie,

Irene