I bambini dimenticati nel “limbo” della Transnistria. In attesa di adozione, ma nessun Paese può accoglierli

Il falso mito della mancanza di minori adottabili nel mondo: una drammatica bugia

Nel cuore dell’Europa c’è una regione russofona con una popolazione di 469mila persone. Si chiama Transnistria. La sua particolarità è quella di essersi dichiarata come Stato indipendente, senza però essere stata riconosciuta da nessuno. Era il 2 settembre 1990 quando la Transnistria dichiarò, dopo lo sfaldamento dell’Unione Sovietica, l’indipendenza da quella che, attualmente, è la Repubblica di Moldova. Ne seguì una fase drammatica, con una guerra civile durata alcuni mesi, nel 1992.

Oggi l’OCSE sta tentando di ricostruire quella ferita non ancora sanata, per garantire l’integrità territoriale della Moldova, senza però soffocare le istanze di autonomia della Transnistria. Recentemente l’organizzazione ha chiesto alle autorità locali di intervenire sulle adozioni.

Già, ma cosa c’entra l’OCSE con le adozioni? C’entra quando si tratta della Transnistria, dove ci sono tanti bambini adottabili, ma dove non ci sono regole chiare per l’adozione. Un’adozione pronunciata in Transnistria non ha alcuna validità né in Moldova né in nessun altro Paese. Una situazione drammatica per i minori in stato di abbandono che attendono una famiglia. Una situazione che, una volta di più, smentisce il falso mito delle adozioni internazionali che calerebbero perché “nel mondo non ci sono minori adottabili”.

In Transnistria, nei nove istituti che si occupano dell’accoglienza ed educazione dei bambini orfani e rimasti senza le cure genitoriali, attualmente si trovano 754 bambini, di questi, 143 di età prescolare e 584 di età scolare (dagli otto anni in su). Bimbi, questi ultimi, le cui speranze di essere adottati sono già ridotte al lumicino dall’età.

Dei minori in età scolare 205 bambini vanno dalla prima alla quarta elementare, 269 sono in età da scuola media e 110 sono quelli in età da ultimo anno di scuole medie e da primi due anni delle superiori. Che destino avranno questi ultimi? Che speranze potranno mai avere dei ragazzini quasi adolescenti di trovare una famiglia che li accolga, considerato anche il fatto che la burocrazia, in questo caso, agisce contro di loro?

In Transnistria non ci sono enti accreditati per le adozioni internazionali. Nei primi sei mesi del 2018 sono state realizzate soltanto cinque adozioni, contro le nove dello stesso periodo nell’anno precedente. I bimbi della Transnistria possono essere adottati soltanto da cittadini della Repubblica Moldava della Transnistria, di entrambi i sessi, che abbiano almeno 25 anni di età. Chiaramente, se si calcola che in totale gli abitanti sono meno di 500mila, si può facilmente dedurre quanto circoscritte siano le possibilità di adozione.

E, così, i bimbi abbandonati della Transnistria rimangono negli istituti. Sono bambini dimenticati in un limbo. Bambini cui la burocrazia e le vicende politiche hanno tolto il diritto più importante: il diritto all’amore. E chissà quante ce ne sono, nel mondo, di situazioni come questa…