“I figli costano”. Ma non farne costa di più: così gli italiani saranno sempre più poveri

Marco Griffini (Ai.Bi.): “Dobbiamo combattere la cultura contraria al concetto di ‘figlio’. Adozione internazionale un modo per contrastare declino demografico”

“I figli costano”. Quando si parla con qualcuno che non vuole averne, di bambini, una delle motivazioni ricorrenti è proprio questa. Si sa, la crisi, il precariato, sono piaghe difficili da combattere nel complesso mondo di oggi. E, pertanto, è indubbio che abbiano un ruolo nello scoraggiare eventuali aspiranti genitori. Tuttavia c’è anche un rovescio della medaglia.

Si tratta delle conseguenze di una società che non fa più bambini e che invecchia. Una società che, quindi, non guarda più al futuro con speranza. Ma al presente con egoismo. E, così, come in un circolo vizioso, quella situazione economica difficile che sembra scoraggiare nuove nascite, peggiora.

Secondo il think tank tedesco Bertelsmann Stiftung, infatti, il numero di persone in età lavorativa (cioè tra i 20 e i 64 anni) in Europa ha raggiunto il picco nel 2010. Da allora è iniziata una contrazione senza fine. Così, secondo Martina Lizarazo Lopez, demografa dello stesso Bertelsmann, il reddito medio pro capite di Paesi come Italia, Austria, Spagna e Germania crollerà fino a 6.548 euro nel 2035, quando il calo della popolazione attiva rispetto alla data di partenza (appunto il 2010) avrà raggiunto i 50 milioni di persone.

Numeri che fanno impressione. Relativamente all’Italia la situazione appare davvero poco rosea, per usare un eufemismo. La popolazione attiva invecchierà e calerà del 23% tra il 2018 e il 2050. Anche il PIL subirà il contraccolpo dell’invecchiamento demografico, con una contrazione del 6% nel 2030, del 15% nel 2040 e del 25% nel 2050. Tutti più poveri senza figli, insomma. Molto più poveri.

“Ecco perché – commenta il presidente di Ai.Bi. – Amici dei Bambini, Marco Griffinidobbiamo contrastare con tutte le nostre forze l’ideologia del ‘child free’, che è un invito all’estinzione. Ecco perché dobbiamo combattere la cultura contraria al concetto di ‘figlio’, tale per cui, anche nella recente Risoluzione ONU sull’infanzia, si parla di chiudere gli istituti ma non, per esempio, di favorire l’adozione, che è invece un modo per risolvere da un lato la bomba demografica di Paesi molto poveri, dall’altro di combattere sia il declino demografico sia quella che è la più grande ingiustizia della Terra, la situazione dei bambini abbandonati o senza famiglia. Un Paese come l’Italia che sull’adozione internazionale o non investe o quando impegna dei fondi non li spende, sta voltando la faccia dall’altra parte di fronte a questi problemi”.