Coronavirus. Il dramma dei minori soli con i genitori ricoverati. Un tema da affrontare

 “Ci sono casi di bambini che restano temporaneamente senza genitori e i servizi si stanno mobilitando per trovare loro ospitalità, è un genere di emergenza che non avremmo mai voluto dover affrontare”

L’emergenza Coronavirus ha generato diversi problemi nel problema. Tra questi c’è anche quello dei minori rimasti soli, con i genitori ricoverati. “Il problema dei minori soli non è secondario e comincia a manifestarsi – ha spiegato, per esempio, in un’intervista La Repubblica, Emma Avezzù a capo della procura minorile di Torino – ci sono casi di bambini che restano temporaneamente senza genitori e i servizi si stanno mobilitando per trovare loro ospitalità, è un genere di emergenza che non avremmo mai voluto dover affrontare ” . I casi di questo tipo sono numerosi, soprattutto in Lombardia e, a ruota, in Piemonte.

Coronavirus: minori soli con genitori ricoverati a Torino. Il tema

Anche la città di Torino comincia a cercare soluzioni, tanto che un messaggio sta girando da giorni attraverso la rete delle famiglie affidatarie: “Cercansi genitori per affido temporaneo ( 2- 4 settimane) di bambini di età 0-6 anni figli di genitori entrambi ricoverati per Covid- 19 in ospedale, e per i quali bambini non si riescono a mettere in atto soluzioni con altri parenti o simili”. “Il Centro affidamento di Torino – spiega sempre la Avezzù – sta cercando famiglie. Essendo una situazione di emergenza non ci sarebbe tutta la procedura infinita che si fa di solito per gli affidi, ma solo un colloquio. Ovviamente i bimbi, essendo stati a contatto con i genitori, potrebbero avere il virus, ma in ogni caso al momento dell’inizio dell’affido i bambini sono tutti asintomatici”.

Coronavirus: minori soli con genitori ricoverati. I tamponi

Un ulteriore problema, però, è quello della mancanza di tamponi. “Non riusciamo – spiega ancora la Avezzù – a eseguire i provvedimenti per l’inserimento nelle comunità minorili. Abbiamo già chiesto aiuto all’Unità di crisi e sappiamo che hanno grandi criticità da risolvere, ma noi non possiamo mandare questi ragazzi in una comunità se non siamo certi al cento per cento che sono negativi al virus”. La soluzione di famiglie disponibili a ospitare bambini che sono stati a lungo a contatto con parenti ammalati è complicata da percorrere. “Ci vorrebbe anche in Piemonte una struttura come quella che è stata organizzata a Milano – dice il capo della procura dei minori – un luogo dove possano stare insieme in sicurezza, giocare tra di loro ed essere assistiti, riducendo al minimo il trauma di una circostanza così dolorosa in assenza di una rete di protezione familiare”.
Un esempio? Nel cuneese una ragazzina di 14 anni è rimasta completamente sola dopo che ha visto l’ambulanza portare in ospedale i genitori. “La sindaca voleva tenerla con sé ma non era possibile perché anche lei doveva osservare la quarantena prima di entrare in contatto con chiunque”. Triste. Infinitamente.
Come si potrebbe rimediare a questa situazione? Un modo potrebbe sicuramente essere quello di creare luoghi di pre-accoglienza, dove i minori potrebbero completare la quarantena, sia per situazioni temporanee ed emergenziali come quella appena menzionata, sia per l’affido famigliare e per l’inserimento in comunità di accoglienza, che, ad oggi, rischiano di non poter più accogliere ospiti per via dei protocolli di sicurezza e sanitari.