Come volevasi dimostrare. No del Parlamento agli aiuti al Terzo settore. Fiaschi (portavoce Forum nazionale): “Così il volontariato va in crisi”

Un mese fa il ministro Gualtieri aveva detto che il sociale sarebbe stato coinvolto nel rilancio del Paese. Parole al vento?

Una brutta sorpresa per il Terzo settore. Gli emendamenti al Decreto Rilancio che andavano nella direzione di un maggiore sostegno alle realtà del volontariato e dell’impresa sociale sono infatti scomparsi durante la discussione alla Camera della conversione in legge. Duro, come prevedibile, il commento della portavoce del Forum nazionale del Terzo settore Claudia Fiaschi: “È sconfortante l’evoluzione del dibattito parlamentare in merito agli emendamenti al Decreto Rilancio di rilievo per il Terzo settore, a partire da quello per estendere l’accesso al credito agevolato. Nonostante le tante rassicurazioni e il ruolo indiscutibile svolto dalle organizzazioni del Terzo settore già prima della crisi nella loro costante azione di aiuto a tantissime persone fragili, in condizioni di esclusione sociale o di povertà, non si è passati dalle parole ai fatti. Siamo preoccupati per le ricadute sociali di questa scelta“.

Parlamento e Terzo settore. Via l’emendamento sull’accesso al credito…

In particolare, dal dibattito parlamentare, sono scomparsi gli emendamenti riguardanti le misure di sostegno al Terzo settore e in particolare l’emendamento che estendeva anche a tutti gli enti di Terzo settore la garanzia dello Stato per l’accesso al credito, già prevista per le imprese del settore profit. “Forse è bene ricordare che il Terzo settore – ha continuato Claudia Fiaschi – è anche un pezzo importante dell’economia del Paese: dà lavoro a più di 800mila persone, delle quali oltre la metà sono impiegate dalle associazioni che non svolgono attività di impresa. Si tratta tuttavia di organizzazioni fragili e poco patrimonializzate, con storiche difficoltà di accesso al credito. Se queste organizzazioni non vengono messe nelle condizioni di continuare a svolgere il loro prezioso impegno ci sarà un aumento drammatico del numero delle persone in difficoltà, un incremento della disoccupazione ed avremo comunità più fragili e meno coese”.

Nella discussione alla Camera sono peraltro stati accantonati gli emendamenti sul rifinanziamento del Servizio Civile Nazionale e sul sostegno alla Cooperazione allo sviluppo. “Ci sono ancora degli spazi di manovra per trovare una soluzione a questa problematica. Ci auguriamo di assistere ad un ripensamento da parte del Parlamento”, ha concluso la portavoce Fiaschi.

Mentre il Terzo settore si trova costretto, a questo punto, a elemosinare le attenzioni della politica (solo nella giornata di ieri il presidente di Ai.Bi. – Amici dei Bambini, Marco Griffini, lamentava l’assenza di un coinvolgimento reale da parte del Governo), vengono alla mente le parole del ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri, non più tardi di un mese fa: “I soggetti del sociale – aveva detto – saranno chiamati a partecipare alla costruzione del Recovery Plan italiano dei prossimi mesi: per ripartire abbiamo la necessità di un patto rifondante e generativo fra pubblico, privato, Terzo settore, forze sociali e forze produttive”. Parole che, al momento, sono rimaste tali…