Perché ho inserito nel mio percorso di studi universitari una esperienza di volontariato?

Mariagabriella Cantone, 20 anni, studentessa di Economia e management, ha aderito, in pieno lockdown, al progetto VolontariaMente promosso da Ai.Bi. e Fondazione Sinderesi con la collaborazione dell’Università LUISS

Mentre il volontariato è in piena crisi la testimonianza di una esperienza in controtendenza fa ben sperare. L’esperienza è quella di Mariagabriella Cantone. 20 anni, originaria della provincia di Caserta e studente dell’Università LUISS. Economia e management, il corso di laurea che ha scelto. La scorsa primavera, quando l’Italia entrava in lockdown per il Coronavirus, Mariagabriella dava l’adesione al progetto “VolontariaMente“, che permette agli studenti dell’ateneo romano di effettuare, durante il percorso di studi, un’esperienza di volontariato con una realtà del Terzo Settore. Tra quelle che aderiscono c’è, ormai da qualche anno, anche Ai.Bi. – Amici dei Bambini, realtà nata oltre 30 anni fa da un movimento di famiglie adottive e affidatarie e operativa nell’ambito dell’accoglienza famigliare e del diritto di ogni bambino, in Italia e nel mondo, ad avere una famiglia.

Percorso di studi ed esperienza di volontariato. I perché di una scelta

Un’esperienza di volontariato, quella di quest’anno, che, data la situazione, si è svolta interamente a distanza e che la studentessa ha voluto raccontare a Sara De Carli del magazine Vita. “Avevo già immaginato – racconta – di fare una esperienza intenza di volontariato quest’estate, per cui quando è arrivata la mail dell’Università ho aderito subito. Fra i progetti proposti ho scelto quello di Ai.Bi. perché si parlava di bambini e io avevo già fatto volontariato per AIL per i bambini in ospedale”. Il programma con cui Ai.Bi. ha aderito a VolontariaMente, in collaborazione con la Fondazione Sinderesi, prevedeva la partecipazione delle volontarie al progetto “World Citizen – Ai.Bi. Campus” per la progettazione e lo sviluppo della piattaforma on line e la creazione e lo sviluppo di tutto il materiale di comunicazione e raccolta fondi.

Durante il percorso di studi l’esperienza di volontariato con Ai.Bi. e Sinderesi

Un progetto, spiega ancora la studentessa, che “prevede la creazione di una community dei ragazzi accolti da Ai.Bi. in tutto il mondo, ragazzi che hanno background difficile, fuori dalla loro famiglia o accolti insieme alle madri, che grazie a una piattaforme digitale possono incontrarsi e confrontarsi con coetanei con un vissuto simile, ma anche seguire attività, corsi, laboratori… per diventare a propria volta tutor di ragazzi più piccoli”.

“Abbiamo lavorato – dice ancora – al piano di raccolta fondi, di comunicazione e a una presentazione del progetto. Non abbiamo potuto incontrarci ma abbiamo capito che anche online si possono fare tante cose: pensavo che lavorare solo online senza essersi mai incontrati prima fosse freddo e impersonale, invece non è stato così. Ognuno ha messo i propri saperi a disposizione degli altri, io ero la più piccola del gruppo e invece ho potuto dare anch’io il mio contributo, è stata una soddisfazione. Anche a livello lavorativo, ho scoperto che si può fare tanto per aiutare il prossimo anche studiando economia”.