Troppi contagi da Coronavirus. Questa volta i divieti arriveranno anche in casa nostra

Nel nuovo DPCM sotto tiro nuovamente bar e ristoranti, ma anche le feste private in casa, battesimi e matrimoni.

L’aumento repentino dei nuovi casi di coronavirus, spinge il governo a varare un nuovo DPCM che potrebbe arrivare anche già lunedì

L’obiettivo è quello di cercare di dare una nuova stretta al virus, varando misure di contenimento per rallentare il diffondersi della pandemia.

Governo e tecnici sono a lavoro per mettere appunto le norme anti contagio che saranno contenute all’interno del decreto e sul cui contenuto ancora oggi non vi è certezza.

Seguendo quanto ipotizzato in un articolo pubblicato sul Corriere.it, tra le misure che potrebbero essere indicate all’interno del DPCM non si escluderebbe la chiusura di locali, bar e ristoranti massimo alle 24, il divieto di organizzare feste private anche in casa, la riduzione ad un massimo di 30 persone il numero degli invitati a feste di battesimo e di matrimonio.

A giovani ed  adulti potrebbe essere poi interdetta la possibilità di sostare dalle 21 alle 6.00 davanti a bar, pub e ristoranti, di creare assembramenti in strada e di svolgere partite amatoriali di sport di contatto come basket o calcetto.

Per alleggerire le strutture sanitarie, dove, in alcuni ospedali il tempo di attesa per un tampone supera anche le 10 ore, il DPCM potrebbe infine aprire a test rapidi effettuati da medici e pediatri e al tampone per chi risultasse positivo.

Mascherine, distanziamento e igiene per abbattere i contagi

Intanto quel che rimane certo è che, come spiega la virologa Ilaria Capua in un’intervista riportata dalla Stampa: “Mascherine, distanziamento e igiene sono basilari per abbattere i contagi”.

E riferendosi alla mascherina sottolinea: “In questo momento la cosa migliore sarebbe tenerla sempre, in classe come in ufficio. A volte non volerla indossare sembra un capriccio: in commercio ne esistono di tutti i modelli. Questione di abitudine, poi non ci si ricorda nemmeno di averla”. 

Un monito a fare attenzione arriva anche da Mattia Guarneri, 19 anni, il paziente più giovane d’Italia ad essere stato intubato a causa del virus. Due settimane in terapia intensiva per una polmonite.

Mattia racconta la sua storia al Corriere della Sera: “Sto bene. Ma per riprendermi mi ci sono volute tre settimane dopo le dimissioni”.

Ripensando all’estate appena trascorsa sottolinea: “Sì, abbiamo esagerato. Quest’estate abbiamo creduto un po’ tutti che la mascherina non servisse più, che il peggio fosse passato. Sono andato a Riccione con gli amici e lì erano più i ragazzi che la mascherina la lasciavano in hotel. Sono stato pure in discoteca: mi piace. Però mai senza protezioni. Forse ho trascinato anche i miei amici a proteggersi: hanno davvero creduto di perdermi. La mascherina e il distanziamento sono le uniche armi che abbiamo per non rivedere quelle corsie d’ospedale – conclude Mattia – Non auguro a nessuno ciò che ho passato, ma se vivi un’esperienza così la mascherina la metti ovunque”.