Scuola: riaprire o no dopo Epifania? Il rebus del Natale 2020. Il pensiero di Pregliasco

“La scuola merita tentativi di riaprire più decisi. Ma oggi fatico a immaginare come si possano strutturare i sistemi di trasporto”

Con i dati attuali sulla diffusione del contagio da Coronavirus la questione della riapertura delle scuole a gennaio è “un casino”. A definirla in maniera così colorita è il virologo Fabrizio Pregliasco, intervistato dal quotidiano Il Messaggero. Il perché è presto spiegato. “Se la salute – ha detto Pregliasco – è più importante dello sci o degli impianti sciistici, anche se questi sono una fonte di lavoro notevole e un elemento economico significativo, con il tema dell’educazione diventano necessarie riflessioni diverse“. “La scuola merita tentativi di riaprire più decisi – ha aggiunto il virologo – e da questo deriva lo sforzo organizzativo non da poco che si sta provando a fare. Ma oggi fatico ad immaginare come si possano strutturare i sistemi di trasporto e gestire tutti i passaggi con dei protocolli. In giro con la scuola tornerebbero non solo 8 milioni di giovani studenti ma almeno altri 2 milioni di lavoratori che si occupano del settore. A loro vanno aggiunti tutti i familiari che si muovono per accompagnare i più piccoli in classe. È evidente che se i numeri saranno quelli di una terza ondata sarà difficile. La sola cosa che possiamo fare è arrivare a quel punto nel migliore dei modi”.

Una terza ondata, quella evocata da Pregliasco, che lui stesso definisce più che probabile. “Senza alcun dubbio – afferma – la terza ondata il prossimo anno ci sarà, questo è un fatto. Ma lo è anche che avrà un’intensità che dipende da noi. A seconda di come regoliamo ora questo rubinetto, dando più o meno fiato alla possibilità di avere contatti durante le feste, tanto più la terza ondata, successiva alle vacanze, avrà un’altezza più o meno elevata”.

Riapertura delle scuole a gennaio: la partita non è del tutto chiusa

La questione della riapertura dei plessi scolastici non è, però, del tutto chiusa. “Le misure che decideremo di adottare oggi – ha spiegato il medico – o comunque nei prossimi giorni, contribuiscono a salvare la possibilità che il prossimo 7 gennaio le scuole possano riaprire. È ancora lunga però, per ogni valutazione serve aspettare. Però oggi è davvero fondamentale arrivare a stringere un po’, se no fra 15 giorni ci ritroviamo con effetti pesanti”. Infine una riflessione sulle misure restrittive per il Natale:”Tra una passeggiata tra i negozi con la mascherina e un pranzo in famiglia è più pericoloso il pranzo. Le diverse restrizioni agli spostamenti infatti sono state pensate per sfavorire questa modalità dello stare insieme. Tant’è che nel manuale, tutto in costruzione, delle procedure di controllo, si era detto che potesse essere meglio tenere aperti i ristoranti perché lì c’è un protocollo e un’attenzione maggiore rispetto alle case, dove si abbassano le difese tra conviventi o parenti”.