Ritornano genitore 1 e genitore 2 e scompaiono padre e madre: ecco le conquiste sociali dell’Italia!

Via le diciture padre e madre dalla carta d’identità dei minori di 14 anni. L’annuncio è stato fatto dal ministro dell’interno Lamorgese durante un question time alla Camera.

Via le diciture “padre” e “madre” dalla carta di identità dei minori di 14 anni e dai moduli di iscrizione a scuola dei bambini. Lo ha comunicato nei giorni scorsi il ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese, durante un question time alla Camera.  Al loro posto ecco tornare i termini “genitore 1” e “genitore 2”.

La domanda che sorge spontanea in un momento di forte crisi del Paese è: ma ce n’era proprio così bisogno?

I termini “madre” e “padre” erano stati reintrodotti da Salvini nel 2018, dopo che Renzi ne aveva sostituito l’utilizzo.  Insomma sembra proprio che dietro l’impegno per individuare “la parola” più corretta da inserire nei documenti dei minori si nasconda più che altro una battaglia di tipo politico ed ideologico.

Il perché della scelta…

A giustificare la decisione, il ministro dell’Interno adduce la necessità di garantire  “conformità al quadro normativo introdotto dal regolamento europeo e superare le problematiche applicative segnalate dal Garante dei Dati Personali sul precedente decreto”, inoltre secondo il ministro, l’intervento si sarebbe reso necessario anche perché “il garante della privacy ha rilevato che la dicitura padre e madre nella carta d’identità digitale ha comportato notevoli criticità, dal punto di vista della di protezione dei dati e della tutela dei minori, nei casi in cui i soggetti che esercitano la responsabilità genitoriale non siano riconducibili alla figura materna”.

Non si sono fatte attendere le reazioni da parte della politica e dell’associazionismo come quella da parte di Massimo Gandoflini, leader del Family Day che commenta:

Adeguarsi al regolamento Ue in materia di privacy è solo la foglia di fico per nascondere una visione ideologica della identità del bambino, che trova nell’imposizione di un nuovo lessico una delle più subdole strategie per smantellare il diritto naturale, riconosciuto anche dalla nostra Costituzione. Nessuna forma di ingegneria sociale potrà infatti mai cancellare il fatto che ogni bimbo è figlio di un padre e di una madre e questo non comporta alcuna discriminazione nemmeno nei confronti dei minori che hanno subito la ferita della perdita di un genitore” -commenta Gandolfini sulla pagina web dell’associazione – In un momento storico come questo, in cui tutti evidenziano il valore delle relazioni familiari per affrontare l’emergenza Covid, il Governo manda quindi un messaggio ideologico che va ad intaccare il legame primigenio di ogni essere umano, quello della generazione tra madre, padre e figlio. Suonano litanie gender mentre la barca affonda anche per colpa della denatalità. Auspichiamo un deciso cambio di rotta,