Premio Burgio. Ma i bambini abbandonati non salgono al Quirinale

Alla cerimonia di consegna del Premio Burgio, il Presidente Mattarella richiama la comunità internazionale alla solidarietà verso i bambini in difficoltà, ma pesa l’assenza di un riferimento alla tragedia delle vittime di abbandono

Nella cornice solenne del Quirinale si è svolta la cerimonia di consegna del Premio Roberto Burgio, un riconoscimento nato per “dare voce ai bambini e per promuovere una pediatria che non sia solo cura, ma anche impegno civile e culturale”. Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha accolto con gratitudine il conferimento, sottolineando come l’opera di Burgio rappresenti ancora oggi un faro di rigore scientifico e di sensibilità sociale.

L’infanzia è il primo banco di prova per misurare la civiltà

Mattarella ha ricordato l’intuizione del pediatra, che definiva i medici dei bambini come “antenne sociali”, capaci di intercettare i bisogni più profondi della collettività. Nelle sue parole è emerso un forte legame tra la scienza, la cura e la responsabilità etica, principi che dovrebbero guidare non soltanto la pediatria, ma l’intera società civile.
Il Capo dello Stato ha ribadito con forza il dettato costituzionale dell’articolo 31, che impone alla Repubblica di proteggere l’infanzia e promuovere istituzioni a essa dedicate. Ha poi denunciato con lucidità le condizioni drammatiche dei bambini colpiti dalle guerre, dalle carestie e dalla denutrizione: dal Sudan all’Ucraina, da Gaza alle aree più fragili del pianeta. L’infanzia, ha affermato, resta il primo banco di prova per misurare il grado di civiltà e di solidarietà dell’umanità.

Le parole di Mattarella

Pesa il ricordo straziante di bambini da tempo in condizioni disperate di denutrizione e di abbandono sanitario, come in Sudan; di bambini rapiti e sottratti alle loro famiglie come in Ucraina; di bambini, anche neonati, uccisi o rapiti dal terrorismo come nella turpe giornata del 7 ottobre di due anni fa; di bambini che muoiono per fame, anche quando ricoverati per denutrizione in ospedali che sono privi di mezzi per soccorrerli e sovente vengono distrutti dai bombardamenti come nella disumana, ostinata, condizione di Gaza.

Un appello alla coscienza internazionale

Il suo intervento si è trasformato così in un appello alla coscienza internazionale, un monito a non ridurre gli aiuti, a non cedere all’indifferenza e a non arretrare di fronte alle sfide che mettono a rischio milioni di vite innocenti.
Resta, tuttavia, una nota di rammarico: nel suo ampio discorso, non vi è stato un riferimento diretto al tema delle bambine e dei bambini vittime di abbandono, vera e propria ermergenza umanitaria del nostro tempo. Una menzione avrebbe completato il quadro e reso giustizia a milioni di bambini troppo spesso dimenticati, anche dalle istituzioni.