BAMBINIxLAPACE. Le voci dei Bambini ucraini deportati in Russia  

Dai bombardamenti su Odessa alle deportazioni in Russia, il dramma dei bambini ucraini e l’impegno delle organizzazioni che lottano per restituire loro normalità e futuro

I bombardamenti del 24 ottobre su Odessa hanno provocato diversi feriti ma, fortunatamente, nessuna vittima. Le esplosioni non hanno coinvolto minori, ma hanno causato gravi danni al sistema elettrico cittadino, interrompendo la regolare fornitura di energia e rendendo difficile la ripresa delle attività scolastiche. Questo non è che un esempio di quello che quotidianamente succede in molte città dell’Ucraina, da ormai quasi 4 anni.
La particolarità di quanto accade a Odessa è che questa città continua comunque, nonostante le bombe, ad accogliere sfollati provenienti dalle regioni più colpite del sud-est, in particolare da Kherson. Molti abitanti di queste aree tendono però a spostarsi all’interno degli stessi distretti, cercando rifugio nelle zone meno bersagliate. In questo contesto, le organizzazioni umanitarie proseguono senza sosta le loro attività a sostegno dei bambini, tra loro ong come United by Love for Children; Kyla Foundation e Posmishka UA, che continua a gestire ludoteche a Pavlohrad e Voloska, spazi protetti dove i più piccoli possono giocare, disegnare e sentirsi nuovamente bambini.

Bambini ucraini deportati

Nel frattempo, l’organizzazione Save Ukraine ha presentato un nuovo rapporto dedicato ai bambini ucraini deportati in Russia e nei territori occupati. Su un campione di 200 minori riportati in patria, il 55% ha dichiarato di aver subito un indottrinamento pro-russo, che includeva il divieto di parlare ucraino e l’imposizione di una narrazione distorta della storia. Il 41% è stato coinvolto in organizzazioni militari giovanili come la Yunarmiya, mentre un sesto dei bambini è stato separato dalla propria famiglia. Un minore su dieci ha riferito di violenze sessuali o abusi fisici e psicologici. Tutti mostrano segni di disturbo post-traumatico, e otto su dieci soffrono di ansia persistente.

Testimonianze terribili

Save Ukraine ha riportato anche alcune testimonianze dirette dei ragazzi deportati o, oggi, tornati a casa. Un ragazzo della regione di Kherson ha raccontato: “Uno del personale del campo mi ha detto direttamente: ‘Se tua madre non ti trova entro sei mesi, una famiglia russa ti adotterà“.
Un altro ragazzo, di 16 anni, racconta, invece, delle punizioni subite: “Mentre ero nel campo, ho cercato di protestare. Un giorno, ho semplicemente tolto la bandiera russa dall’asta. Per questo mi hanno messo in una stanza di punizione: uno spazio minuscolo di circa due metri per tre, con un letto e una finestra. Mi hanno portato via il telefono. Sono rimasto lì per quasi una settimana, senza niente da guardare, leggere o fare. Nessuno con cui parlare. A un certo punto, ho iniziato ad avere pensieri suicidi
Un’altra testimonianza, infine, racconta dell’impunità con la quale i soldati russi possono fare qualsiasi cosa: “Io e i miei amici stavamo accompagnando una ragazza a casa quando all’improvviso si sono fermati dei soldati. Ci hanno detto: ‘Andate avanti, la accompagniamo noi’. Ci siamo rifiutati e i russi hanno iniziato a trascinarci in macchina. Abbiamo opposto resistenza, ma alla fine siamo dovuti entrare. Ci hanno detto di mostrargli la strada per la casa della ragazza”.
Testimonianze terribili che mostrano bene come sia fondamentale che, di fronte a tutta questa violenza, non si spezzi l’esile filo che ancora lega i bambini e i ragazzi ucraini alla speranza di un futuro diverso.

La speranza dei bambini dell’Ucraina è appesa a un filo

Dallo scoppio della guerra in Ucraina, sono passati oltre 3 anni. In questo tempo oltre 600 bambini sono morti e oltre 2.000 sono stati feriti. Anche la speranza rischia di morire.
Ai.Bi. Amici dei Bambini con il progetto BAMBINIxLAPACE ogni giorno porta ai minori e le loro famiglie aiuto concreto, supporto psicologico e attimi di vita “normale”, in un tempo che normale non è.
Ecco perché oggi più che mai c’è bisogno del tuo aiuto: per non far spezzare il filo della speranza. EMERGENZA UCRAINA