L'Adozione Internazionale di Cecilia dalla Colombia

Adozione Internazionale. “A Cecilia serviva solo una famiglia che la amasse”

L’adozione, la sfida del diabete e la gioia di una famiglia che ha imparato a conoscersi passo dopo passo

Cecilia, nove anni di vivacità colombiana e una felicità che si percepisce in ogni momento della giornata, è la protagonista di questa storia di adozione che ha portato una “rivoluzione totale” nella vita di Giuseppe e Carmela. Dopo un percorso durato quattro anni, l’attesa è stata ampiamente ripagata: “Va bene così perché è lei che dovevamo incontrare, è lei la figlia che ci aspettava,” raccontano i genitori.
L’incontro in Colombia, preceduto da 3 o 4 videochiamate dall’Italia per una prima conoscenza, è stato subito caloroso e travolgente. “La bambina si è sentita subito accolta, è partita a bomba!” ricordano, descrivendo l’emozione della festa all’istituto e della prima sera trascorsa tutti insieme nel lettone.

La sfida del diabete e la rinascita

La famiglia ha dovuto subito affrontare una sfida complessa: Cecilia soffre di diabete di tipo 1 e al momento dell’incontro in Colombia era sottopeso e bisognosa di cure specifiche. “Pesava appena 15 kg, vestita – dice la mamma – Oggi, a poco più di 3 mesi di distanza, ha già recuperato peso e energie e sta benissimo. In Colombia, a quanto abbiamo capito, per controllare il diabete la privavano di determinati cibi invece di monitorare l’insulina”.
A Bogotà, i genitori hanno in ogni caso provveduto a far visitare la figlia da specialisti e hanno iniziato a monitorare la situazione. “Appena rientrati in Italia ad agosto siamo stati una decina di giorni all’ospedale San Raffaele di Milano – dicono i genitori – E oggi possiamo dire che l’insulina di Cecilia è normalizzata al 75%”. Dopo le prime cure, un po’ di vacanza e riposo sono serviti a tutti per ricaricarsi.

Un legame naturale fin dal primo giorno

Momenti sfidanti, con Cecilia che si è completamente affidata a mamma e papà. ”È sempre stata bravissima, ci ha dato subito fiducia, si è sottoposta a tutte le cure e le visite senza fare un capriccio  – aggiunge il papà -: sembra nostra figlia da sempre”. Con le terapie adeguate, la vita di Cecilia è rientrata nella normalità. “Nostra figlia ha potuto scoprire tutti i sapori italiani, rilassandosi in Sicilia e Molise, dove abitano i nonni e i parenti, imparando solo a calcolare con precisione i carboidrati”.

Una bambina speciale

Cecilia si è integrata in famiglia modo sorprendente. È una bambina “ordinata, precisa, pulita e molto intelligente.” Sebbene fosse stato paventato un lieve ritardo cognitivo – “Deve averlo sentito in istituto” dice il papà – la realtà ha smentito ogni preoccupazione. “Glielo hanno persino detto i medici in ospedale! A Cecilia serviva solo una famiglia che la amasse”.

Una nuova vita in Molise

L’ingresso a scuola è atteso prima di Natale, anche perché Carmela e Giuseppe hanno deciso di tornare in Molise e di ricominciare lì la loro vita insieme a Cecilia. “Siamo felici che nostra figlia ci abbia stravolto così la vita e in questo modo possiamo contare sulla rete familiare e parentale, oltre che permettere alla bambina di crescere in un contesto più a misura d’uomo”, raccontano. La scuola, di conseguenza, sarà proprio in Molise.

L’Italia nel cuore

L’Italia è diventata immediatamente la patria di Cecilia: “Lei ricorda tutto della sua vita precedente ma continua a dire: ‘Io sono italiana’ e guai a dirle che è colombiana – racconta la mamma sorridendo – Ama poi molto la cucina italiana, ha già assaggiato le specialità della Sicilia – arancine e granita – così come è felice di andare al mare.
L’affetto della sua nuova famiglia allargata, fatta di nonni zii e tanti cugini, è contagioso: “Grazie per la famiglia numerosa!, ci ha detto – dice Giuseppe –  Non perde mai il buon umore e la simpatia”. L’attesa del Natale, poi, è scandita da un conto alla rovescia e dal brano “Feliz Navidad” che risuona già in casa da qualche settimana.

Un’esperienza da consigliare

Per Giuseppe e Carmela, l’esperienza colombiana è stata indimenticabile. “Consigliamo a tutte le coppie un paese come la Colombia, meraviglioso, con persone bellissime e accoglienti. Lo rifaremmo ancora.”
Il consiglio più sentito che rivolgono alle future famiglie è anche quello di non sottovalutare la permanenza nel Paese di origine e la formazione pre-partenza:
“Non si pensi che sia esagerato il tempo di affiatamento nel paese, per noi di 55 giorni, così come la formazione. Tutto è utile, quando poi si arriva a casa in Italia si è sotto pressione e non si ha più quella tranquillità”.
Un tempo per cui vale la pena attendere. Anche solo per vedere Cecilia, le prime notti insieme, in Colombia, intrufolarsi in camera da letto per controllare che i suoi genitori fossero ancora lì e stessero bene.

Informazioni e domande sull’adozione internazionale

Chiunque, coppie e single, sia interessato ad avere maggiori informazioni sull’Adozione Internazionale o a intraprendere l’iter adottivo può partecipare ai tanti webinar e corsi organizzati da Ai.Bi. Amici dei Bambini. Per informazioni, contattate l’ufficio adozioni di Ai.Bi. scrivendo un’e-mail a adozioni@aibi.it, telefonando al numero 02988221 o utilizzando la nostra live chat, che si apre automaticamente una volta nella pagina dell’Adozione Internazionale. Verrai messo direttamente in comunicazione con un nostro operatore.

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