BAMBINIxLAPACE. Profughi dall’Ucraina. Marta e i suoi bambini: la libertà trovata in fuga dalla guerra

Dal conflitto in Ucraina a un nuovo inizio in Moldova: una madre e i suoi figli cercano pace dopo anni di paura e violenza

A volte la libertà arriva nei modi più inattesi. Per Marta, 40 anni e madre di sette figli, è arrivata nel momento più oscuro della sua vita: quando la guerra ha inghiottito il suo Paese.
“La guerra mi ha portato la cosa più positiva: la libertà”, racconta con una sincerità che spiazza, come se pronunciare quella parola – libertà – la rendesse finalmente reale.
Oggi Marta vive nel Centro di Accoglienza Temporanea per Profughi di Cărpineni, insieme a quattro dei suoi figli. Ci è arrivata fuggendo non solo dalle bombe, ma anche da anni di violenza domestica, sofferenza e silenzi ingoiati per sopravvivere. Per molti, la fuga rappresenta una perdita; per Marta, paradossalmente, è stata un ritorno alla vita.
“Ora abbiamo pace… e uno spazio che, anche se temporaneo, possiamo chiamare casa”, dice stringendo fra le braccia il suo bimbo di appena un anno.

Le ferite dei bambini

La psicologa di Ai.Bi. Amici dei Bambini Moldova, che segue da vicino la famiglia, vede ogni giorno quanto le ferite dei genitori si riflettano negli occhi dei figli. Nel caso di Marta, questo riflesso è dolorosamente evidente.
Due dei suoi bambini sono rimasti in Ucraina: la figlia maggiore – ormai madre a sua volta – e un altro figlio che non ha potuto lasciare il Paese.
Un’altra figlia, adolescente, è stata portata via dal padre e ora vive in un centro in Germania: l’uomo non è stato in grado di occuparsene.
Gli altri bambini parlano spesso di questa sorella “che papà ha portato via”, descrivendola con affetto come una ragazza dolce e bella che sognano di rivedere presto.
Durante un esercizio terapeutico, il disegno della famiglia, tutti hanno collocato la mamma al centro. Nessuno ha disegnato il padre.
“Dicono apertamente che non hanno un papà”, spiega la psicologa. “È un meccanismo di protezione, ma anche il segno di una frattura emotiva profonda lasciata dalla violenza.”

Paure antiche e nuovi gesti che aprono il futuro

Quando sono arrivati a Cărpineni, i bambini erano chiusi, insicuri, spesso vittime di episodi di bullismo. La paura di sbagliare, l’incapacità di credere in sé stessi, la fragilità emotiva: tutto parlava del peso del passato.
“La loro tolleranza alla frustrazione è bassissima. Basta un compito difficile e dicono subito ‘non posso’. È una conseguenza diretta delle esperienze traumatiche”, racconta la psicologa.
Alla Ludoteca – un luogo vivo, pieno di colori, giochi e risate – i più piccoli stanno lentamente riscoprendo cosa significa essere bambini. I giochi simbolici, il disegno, gli esercizi sulle emozioni: strumenti semplici che, nelle mani degli operatori, diventano cura. “Il gioco è un passaggio dalla sofferenza alla guarigione”, spiega un’animatrice. “Quando un bambino torna a ridere, anche solo per un minuto, capisci che il suo mondo interiore ricomincia a respirare.”

Percorsi di rinascita

Durante una seduta, una delle figlie di Marta ha iniziato a sciogliere le sue paure nei colori e nelle storie.
“Portava dentro il ricordo della violenza”, osserva la psicologa. “Aveva un enorme bisogno di essere rassicurata e una paura profonda di essere rifiutata.”
Nel suo disegno di famiglia emergeva tutta l’ambivalenza di un cuore ferito: il desiderio di amore accanto al timore della figura paterna. Eppure, nei giochi proiettivi, qualcosa si è aperto.
“Voglio diventare insegnante, voglio lavorare con i bambini”, ha detto un giorno con una timidezza che era già una forma di coraggio. Parole semplici, ma che rivelano una forza capace di immaginare il futuro.
Anche Marta ha iniziato un percorso di guarigione. All’inizio, durante le sedute psicologiche, piangeva molto e ripeteva di non saper essere una buona madre. Oggi parla della sua sofferenza senza esserne travolta. Con l’esercizio del bambino interiore, ha affrontato ricordi di un’infanzia segnata dall’orfanotrofio e dagli abusi.
“Sto iniziando a capire che posso essere diversa da chi mi ha cresciuta”, ha detto un giorno. Una frase che porta in sé il seme di una rinascita.
Nonostante i progressi, Marta vive ancora con un terrore costante: perdere i suoi figli. Senza risorse economiche e con un bimbo molto piccolo, teme che le autorità possano decidere una separazione.
“Ho paura che me li portino via… Io ho vissuto in orfanotrofio e non voglio che succeda anche a loro”, confessa guardando i suoi bambini.
È una paura comune tra molte madri profughe: la paura di perdere ciò che, con fatica, stanno ricostruendo.

La forza della comunità

Grazie al progetto Il Ludobus per la Pace, le famiglie rifugiate ospitate a Cărpineni ricevono un sostegno completo: attività di gruppo, supporto psicologico, percorsi educativi e un luogo sicuro in cui ricominciare. I bambini imparano a esprimersi e a sentirsi protetti; i genitori riscoprono risorse che credevano perdute. Insieme, passo dopo passo, la famiglia riprende forma.
“Quando un bambino ride, guarisce anche la mamma”, dice un’animatrice. “E quando la mamma osa sorridere, allora sappiamo che tutta la famiglia sta tornando a vivere.”
Oggi, lontano dalla sua Ucraina, Marta – che per anni ha imparato a tacere per paura – sta ritrovando la sua voce. E i suoi figli, che non sapevano cosa fosse una casa, imparano, attraverso il gioco e l’amore, a dirlo di nuovo senza tremare: “Abbiamo una casa.”

Il progetto

Il progetto Risposta Umanitaria Integrata per gli Ucraini Colpiti dal Conflitto e i Cittadini di Paesi Terzi in Ucraina, Polonia, Romania e Moldova è finanziato dal Ministero Federale degli Esteri della Germania tramite Diakonie Katastrophenhilfe ed è realizzato da APSCF in collaborazione con diverse ONG, tra cui Amici dei Bambini – Moldova, che coordina il progetto Il Ludobus per la Pace, parte integrante di questa iniziativa umanitaria.

La speranza dei bambini dell’Ucraina è appesa a un filo

Dallo scoppio della guerra in Ucraina, sono passati oltre 3 anni. In questo tempo oltre 600 bambini sono morti e oltre 2.000 sono stati feriti. Anche la speranza rischia di morire.
Ai.Bi. Amici dei Bambini con il progetto BAMBINIxLAPACE ogni giorno porta ai minori e le loro famiglie aiuto concreto, supporto psicologico e attimi di vita “normale”, in un tempo che normale non è.
Ecco perché oggi più che mai c’è bisogno del tuo aiuto: per non far spezzare il filo della speranza. EMERGENZA UCRAINA