L’emergenza Nord Africa scarica i minori

BAMBINI AFRICASessanta giorni di vitto e alloggio, tanto per scollinare l’inverno. Si riduce a questo la mini-proroga dell’Emergenza Nord Africa, che ha spostato la fine dell’emergenza dal 31 dicembre 2012 al 28 febbraio 2013 ma che non ha risolto in alcun modo il problema, anche perché la proroga è solo per i servizi di base.
I minori però, stanno ancora peggio. Altro che “prima i bambini”, per loro non c’è stata nessuna proroga. L’emergenza per loro è finita. Dal 1 gennaio 2013 i minori non accompagnati arrivati con l’emergenza Nord Africa sono passati alla «via ordinaria», equiparati ai minori fuori famiglia accolti in comunità (per i minori richiedenti asilo, categoria a parte, è il limbo assoluto). Di fatto cioè passano ai Comuni, cui spetta la presa in carico e quindi la copertura della spesa.
Ma i Comuni non ci stanno. «La presa in carico dovrebbe essere fatta dai Comuni, ma sia per ragioni economiche sia per l’assoluta incertezza che regna, questo non è ancora successo», racconta Marina Galati, coordinatrice dei servizi di Comunità Progetto Sud di Lamezia Terme, nata nel luglio 2011 proprio per rispondere all’emergenza Nord Africa. «Le Prefetture ci dicono che stanno aspettando una circolare, di fatto i ragazzi sono ancora tutti nelle comunità, in un limbo, con le convenzioni scadute e senza nessuna garanzia per il futuro. Io capisco che la gran parte dei ragazzi è stata accolta al Sud e che i Comuni hanno oggettive difficoltà di bilancio, ma la situazione è insostenibile. Si va avanti pensando che sono ragazzi, una soluzione si dovrà pur trovarla!». Nella Comunità Progetto Sud, degli 11 ragazzi accolti due hanno compiuto i 18 anni nel mese di gennaio e sono stati aiutati a raggiungere loro parenti in Europa: gli alti nove sono sempre lì. Con un aiuto per la scuola, l’inserimento nel mondo del lavoro, nella comunità. «Bene che vada, la retta in Calabria per le comunità di accoglienza sa qual è? 31 euro al giorno», sospira Marina. Senza contare che, per il 2012, «ci hanno pagato solo le rette dei richiedenti asilo, degli altri niente».
Proprio ieri, d’altronde, i Comuni insieme alle province e alle Regioni hanno messo l’accento sul problema: «aspettiamo ancora il rimborso per le spese che i Comuni hanno responsabilmente sostenuto nei mesi scorsi sulla base di un accordo preciso con il Governo», dicono nell’ordine del giorno approvato.«Sono sempre più numerose le lettere con cui i Comuni, nella maggior parte di piccole dimensioni, ci comunicano con allarme il rischio di dissesto finanziario dovuto a questa situazione». Ancora il 1 febbraio Flavio Zanonato, responsabile Anci per l’immigrazione, lamentava una situazione ancora bloccata, con 24 milioni di euro già assegnati ma non ancora resi disponibili da parte del Ministero delle Finanze per rimborsare ai Comuni i soldi spesi per i minori non accompagnati dell’Emergenza Nord Africa 2012.
Per il 2013, uno dei problemi è capire su quali risorse si possa contare, visto che i famosi 5 milioni di euro del fondo ad hoc istituito presso il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali con la spending review, non paiono così certi, ma piuttosto confluiti nel più generico fondo per le politiche sociali. L’altro riguarda i richiedenti asilo, che la norma pone chiaramente in capo al Ministero dell’Interno, ma rispetto a cui «non ci sono certezze di sorta rispetto alla copertura dei costi di presa in carico prima dell’entrata nel circuito Sprar».

(Da Vita, 8 Febbraio 2013)