A proposito di adozioni internazionali

famiglia_adottiva_530x400L’Italia, come ha ricordato il ministro uscente per la Cooperazione internazionale e l’integrazione, Andrea Riccardi, con oltre 140.000 adozioni internazionali è la “seconda potenza al mondo “dopo gli Stati Uniti.

Ma questo primato rischia di svanire per la diminuzione delle coppie (e di quelle ritenute idonee per l’adozione) e per gli effetti della crisi economica.

Così, se nel 2011 il numero di adozioni internazionali ha tenuto (4.023 contro le 4.129 del 2010), nel 2012 , secondo le prime stime ci sarebbe stato un crollo del 25%% a circa 3.000. Ma ancora più forte, avverte Marco Griffini, Presidente dell’ Associazione amici dei Bambini (Ai.Bi.),una delle principali organizzazioni non governative impegnate contro l’emergenza abbandono e sul fronte di adozioni e affidi, è la riduzione dei decreti di idoneità emessi dai Tribunali: solo 3.179 nel 2011 contro i 6.273 del 2006.

Di questo passo si rischia che già nel 2020 finiscano le adozioni internazionali. Per questo l ‘Ai.Bi. ha presentato una proposta di legge per modificare le attuali norme che non sono pensate per aiutare i bambini a trovare una nuova famiglia e a considerare una coppia che vuole adottare un bambino una risorsa per il Paese. Per questo, secondo il presidente dell’Ai.Bi. le coppie non dovrebbero essere più ” selezionate ” dai Tribunali ma accompagnate dagli Enti certificati per le adozioni internazionali ( il cui numero dovrebbe essere ridotto privilegiando quelli più grandi, con personale dipendente all’estero e spese inferiori ) e dai servizi sociali.

E i costi per l’adozione dovrebbero essere coperti dallo Stato. Altrimenti si rischia, come sta già avvenendo, la crisi delle adozioni per colpa di una legge troppo complicata, costi eccessivamente elevati e sempre meno coppie disponibili. Perché adottare un bambino richiede tanto amore, tanta pazienza e tanti sacrifici. Ma anche molta preparazione per cui possono essere utili la Guida pratica alle adozioni, edita da Salani e scritta da Maria Burani Procaccini e Maria Gabriella Zimpo, e le linee guida per l’inserimento del bambino adottato nella nuova famiglia preparate dal Cismai, il Coordinamento italiano dei servizi contro il maltrattamento e l’abuso all’ infanzia (www.cismai.org). Perché dopo la fatica di ottenere l’adozione ne comincia un’ altra ancora più grande: quella di genitori. […]

 ( Da Intimità, 23 Gennaio 2013)