“Figli di Dio = figli adottivi”: il fascicolo n.16 della rivista “Lemà sabactàni?” dedicata al tema dell’Accoglienza adottiva


Il fascicolo n. 16 della rivista “Lemà sabactàni?
 raccoglie quanto proposto in occasione della XII edizione delle Giornate di studio e confronto per una spiritualità dell’adozione e dell’affido (Assisi, 6 Dicembre 2015) dedicata al tema “figli di Dio = figli adottivi. Una sorprendente equazione”, nel corso della quale è stato accostato il pensiero dell’apostolo Paolo e il suo esplicito ricorso all’esperienza dell’adozione per esprimere la relazione che consente agli uomini di rivolgersi a Dio non da ‘estranei’ ma in qualità di ‘figli’ (Rom 8,15-17).

Tra i contributi pubblicati qui richiamiamo quello di Simone Bruno, psicologo dei legami familiari e direttore editoriale del Gruppo San Paolo: Accogliere l’Accoglienza.

Il percorso che viene proposto nel contributo è così in sintesi descritto dall’autore, impegnato a tracciare un itinerario spirituale e psicologico per comprendere la figliolanza adottiva: « … da figli a genitori, da accolti ad accoglienti. Ecco il passaggio evolutivo che soggiace alla figliolanza adottiva. Ecco la condizione identitaria di ciascuno che permette di accogliere l’Accoglienza (Dio) e divenirne strumento diffusivo».

Bruno sviluppa il percorso in tre distinti passaggi. Innanzitutto è fondamentale riconoscersi tutti come ‘figli’: « … tutti siamo figli; non tutti diventiamo genitori, ma tutti siamo figli. E lo saremo per sempre». La figliolanza è una condizione che contraddistingue ogni persona e «solo riconoscendoci figli, riusciremo a capire come poter diventare genitori, come accogliere lo Spirito di Cristo che ci rende figli nel Figlio, verso un unico Padre».

In seconda battuta il percorso ricostruisce il profilo dell’Alleanza tra Dio e l’umanità e, in particolare, la predilezione che Dio nutre verso l’uomo e la donna, a cui dona la sua stessa vita per portarli a sé come ‘figli nel Figlio’. Collegando la spiritualità della figliolanza adottiva, così come descritta da Paolo, all’antropologia espressa dal Salmo 8, Bruno suggerisce di accostare l’espressione «Tu sei l’Amato» (Mc 1,11) come parola in grado di rivelare la verità su ciascuno di noi.

Nel terzo passaggio Bruno mentre osserva che «per sentirci amati e riconosciuti fin nel cuore della nostra identità, siamo chiamati a un cammino teso ad assumere in pieno la nostra figliolanza e a conoscere la paternità e la maternità di Dio», si interroga sull’associazione tra l’Amore di Dio per l’uomo, suo figlio adottivo, e l’amore che i genitori riservano ai loro figli (come si esprime? Secondo quali presupposti?) cercando risposte nel movimento che conduce dai genitori verso i figli, immergendosi nel loro punto di vista, sintonizzandosi sui loro bisogni, rendendosi disponibili ad accoglierli, esattamente come il Signore, che si rivela colmo di misericordia, di compassione e di accudimento. Sull’esempio di chi, dunque, sa accogliere l’Accoglienza.