Ad Albenga, due bambini piccoli cercano una famiglia temporanea

Ciangherotti

Due fratelli piccoli di Albenga cercano una famiglia che li accolga in affido. L’appello arriva dall’assessore ai servizi sociali della cittadina in provincia di Savona. Questa sarebbe l’unica soluzione che potrebbe annullare il provvedimento del Tribunale dei Minorenni di Genova che ha disposto per i due piccoli l’inserimento in una comunità educativa.

L’assessore comunale Eraldo Ciangherotti ha precisato che il suo appello non è contro gli Istituti di assistenza per minori, ma nasce dall’ esigenza di creare un registro di famiglie di appoggio temporaneamente disponibili, per evitare di spedire un bambino in un istituto. Perché insiste Ciangherotti:«Anche la più accogliente comunità educativa esistente al mondo non è paragonabile a una famiglia».

I bambini che cercano genitori in affido sono figli di una coppia mista: un quarantenne marocchino e di una trentenne italiana. Quest’ultima ha problemi di tossicodipendenza, mentre il padre è ritenuto inadatto alla cura dei propri figli, perché avrebbe compiuto maltrattamenti nei confronti della donna.

Non nasconde anche un altro punto, l’assessore: e cioè che in caso d’affido familiare ci sarebbe un consistente risparmio economico per le casse comunali. «L’assistenza dei minori in Istituti o Case Famiglie è certamente controllata e supervisionata e rivela spesso livelli educativi di alta qualità,-commenta Ciangherotti-  ma, in tempi di spending review, sarebbe opportuno che presso i Tribunali dei Minori di Genova si aprissero nuove strade e progetti educativi per favorire il mantenimento dei minori in famiglia».

Bilancio alla mano, l’assessore snocciola le cifre: «Per l’anno 2013, sono stati spesi 395mila euro per 13 minori sistemati, su dispositivo del Tribunale dei Minori, in comunità educative. A questa somma vanno aggiunti altri 25mila per gli incontri protetti disposti sempre dal Tribunale dei Minori. Mentre sono stati versati solo 51.936 euro per altri 11 minori sistemati  nelle famiglie affidatarie albenganesi». Senza che naturalmente il risparmio vada a scapito dell’educazione e delle tutele dei minori coinvolti.

Per i casi meno gravi Ciangherotti suggerisce soluzioni ‘soft’, come gli interventi di educatori a domicilio nelle case delle famiglie d’origine. Osserva infatti l’assessore:« La presenza quotidiana di un educatore in ambito familiare in momenti prestabiliti offrirebbe la possibilità di intervenire su abitudini scorrette e rischi di maltrattamenti e anche di aiutare negli interventi educativi per insegnare regole e buon adattamento al sociale. Evitando, in molti bambini, la sofferenza per l’allontanamento dai propri genitori e favorendo migliori inserimenti sociali».

 

Fonte: savonanews.it