tribunale di livorno

Adozione. C’è l’ok per i gay? A Torino no, in Sicilia sì. E’ caos sull’utero in affitto: ecco perchè ha vinto il centrodestra

Tra vuoti normativi e difficoltà nella comprensione e nell’applicazione di sentenze dei Tribunali da parte dei comuni, non c’è uniformità di ‘gestione’ del riconoscimento della genitorialità e dell’adozione alle coppie omosessuali che usano l’utero di una donna all’estero per ottenere i figli

Gli uffici di Torino non si sono sentiti di disattendere il dispositivo normativo della legge 40, tuttora in vigore, rifiutando la trascrizione del genitore non biologico di due gemelli ma affrettandosi a specificare che “è una questione tecnica che affronteremo e risolveremo”, nell’Isola invece due uomini sono riusciti a far trascrivere dagli uffici comunali le due sentenze che li affidano loro

tribunale di livornoUn caos totale sul fronte delle trascrizioni delle pratiche di utero in affitto con finalità di adozione che vengono concluse all’estero da coppie omosessuali, che però poi rivendicano, attraverso le sentenze dei Tribunali, che i comuni certifichino la loro presunta duplice ‘genitorialità’: è così che un due differenti località del Belpaese le decisioni degli addetti comunali siano diametralmente opposte.

Così è stato in effetti a Torino, dove l’autorità comunale non ha autorizzato la trascrizione come genitore ‘adottivo’ del compagno di un genitore biologico che ha fatto fecondare il proprio seme da una donna in Canada, ottenendo due gemelli. L’atto era già stato trascritto per il padre biologico e non è stato esteso all’altro genitore. Palazzo Civico, tuttavia, si è affrettato a precisare che “le indicazioni date agli uffici erano di eseguire la trascrizione senza indugio. E’ una questione tecnica che affronteremo e risolveremo“.
Uno dei motivi del diniego, secondo quanto si è appreso, si richiama alla legge 40 sulla procreazione assistita, che vieta la surrogazione di maternità (permessa in Canada). “Si tratta – hanno spiegato – di una questione puramente tecnica a cui si sta cercando di porre rimedio sia per questo caso, sul quale stiamo lavorando per rimettervi mano, sia per il futuro“. L’amministrazione spiega anche che “non appena si è avuto sentore di casi simili, la Città ha presentato una interrogazione al ministero dell’Interno e all’Anusca, l’associazione degli stati civili e anagrafi“. “Inoltre – aggiungono – si sta valutando la possibilità di intraprendere una costituzione di parte civile a fianco delle coppie che richiedono il riconoscimento dei figli per far sì che le decisioni dei tribunali valgano anche per gli uffici comunali. Stiamo valutando tutte le strade possibili per risolvere questa problematica tecnica“.

Nessun problema, invece, per due uomini che hanno richiesto l’adozione prima di una bambina di pochi mesi, quindi di un maschietto in Sicilia. In entrambi i casi, nel certificato di nascita attraverso l’utero in affitto, è stata annotata dagli uffici di un non ben identificato comune siciliano che i due sarebbero diventati effettivamente ‘genitori’ dei piccoli.

Una discrepanza di valutazioni che comunque, come emerso anche dalle dichiarazioni degli addetti piemontesi, va verso la scelta di ignorare il dettato legislativo della legge 40, privilegiando le sentenze dei giudici. Con tutta probabilità, uno dei motivi della disfatta dell’attuale compagine di Governo, da sempre molto sensibile a questi riconoscimenti, trae le sue basi proprio da vicende come queste.

Fonte: Ansa.it

Fonte: Gay.it