Adozione Internazionale. Adottare è una delle più grandi forme d’amore

“Rinasce il figlio o la figlia che viene accolto o accolta in famiglia. Rinascono i nuovi genitori.” Ferruccio de Bortoli torna a parlare di adozione: servono percorsi più umani e meno ostacoli burocratici

Il 30 maggio scorso, sulle pagine di Sette del Corriere della SeraFerruccio de Bortoli è tornato a parlare di adozione dopo il suo intervento sulla “fuga delle famiglie dall’adozione“, che denunciava come, oggi, i bambini ci siano, ma manchino le coppie.

Il timore dei genitori adottivi

Il giornalista ha affrontato una delle domande che più di frequente le famiglie adottive si pongono (e, spesso, anche chi all’adozione inizia solo ad avvicinarsi): che cosa accadrebbe se, dopo anni, riemergessero i genitori naturali del proprio figlio? Un timore latente, per fortuna raro, che porta con sé interrogativi dolorosi e riflessioni sincere.
Nel suo intervento, de Bortoli ricorda quanto l’adozione sia un atto d’amore consapevole, una genitorialità voluta, cercata, spesso raggiunta dopo un percorso lungo e faticoso. Non c’è nulla di improvvisato o casuale: i figli adottati sono figli a tutti gli effetti. “Figli di cuore”, non “di pancia” – e forse proprio per questo il legame è ancora più profondo, costruito tra difficoltà, attese, paure e gioie.
Il giornalista sottolinea la necessità di evitare che un figlio adottivo si senta diviso tra due mondi, smarrito in una doppia appartenenza. La legge, oggi, gli riconosce il diritto di conoscere le proprie origini al compimento dei 25 anni: un passaggio delicato, ma importante, che deve avvenire con la maturità necessaria e nel rispetto di tutti.

Un percorso lungo e complesso

Vanno inoltre messe in luce anche le tante difficoltà del sistema: l’iter adottivo in Italia resta lungo, complesso, a volte scoraggiante. Serve uno sguardo nuovo, meno burocratico, più umano. Perché l’amore non dovrebbe essere ostacolato da carte e scartoffie.
Adottare non è un gesto egoistico. Anzi… “L’adozione è tra le più grandi forme di amore che si possano immaginare – scrive de Bortoli. Non è mai, e non dovrebbe essere mai, un atto di egoismo, il riempimento di un vuoto affettivo per un figlio naturale mai avuto. È un processo consapevole di rinascita. Rinasce il figlio o la figlia che viene accolto o accolta in famiglia. Rinascono i nuovi genitori.”
E forse è arrivato il momento di rendere questo gesto d’amore più semplice. Perché ogni bambino ha diritto a una famiglia.