adozione internazionale, la sfida vinta da Edwin, raccontare la propria vicenda adottiva

Adozione internazionale. Barletta, Edwin (Perù): “Che fortuna! Sono stato adottato! E ora sono il ragazzo più felice del mondo”

Il giovane ha raccontato in un tema scritto per un concorso scolastico la gioia e la meraviglia che ha vissuto grazie all’adozione, insieme a sua sorella, da parte di una famiglia di Barletta: “La prova di affidarmi a una mamma e un papà che, strano a dirsi, non avevo mai visto prima…”

La consapevolezza di ritenersi “uno dei ragazzi più fortunati in questo mondo poiché sono un ragazzo adottato“, l’incontro con i genitori nel 2014, l’abbraccio forte a loro, “così forte che sembrava non volessimo mai più staccarci” e quel “vuoto che sentivo iniziava a riempirsi di felicità e di una gioia che mai avevo provato prima

adozione internazionale, la sfida vinta da Edwin, raccontare la propria vicenda adottiva Una sfida vinta, quella di raccontare se stesso e la propria storia di adozione internazionale in un tema scolastico scritto per un concorso, dal titolo ‘Le Nostre Sfide’: è la sensazione che Edwin Manuel, ragazzo originario del Perù e adottato grazie ad Ai.Bi. Associazione Amici dei Bambini da una coppia di Barletta nel 2014, ha voluto mettere nero su bianco in questa composizione, sottolineando che si tratta di una sfida “che fino a poco tempo fa mai avrei pensato di riuscire a cogliere“: la “prova di affidarmi a una mamma e un papà che, strano a dirsi, non avevo mai visto prima...“.

Quindi, il racconto passa subito a come Edwin si sente oggi: “Mi ritengo uno dei ragazzi più fortunati in questo mondo poiché sono un ragazzo adottato“. Lui, “un ragazzo di colore, alto, robusto, determinato e, alcune volte, anche un po’ chiacchierone“, non ha ricordi nitidi della propria infanzia accanto alla sorellina, “so solo dire che grazie all’intervento dei servizi sociali vivevo in una casa famiglia in compagnia di altri bambini“.

Una vita apparentemente tranquilla: “Mangiavamo, giocavamo, andavamo all’asilo“, chiarisce Edwin nel suo tema. Eppure, c’è nel suo cuore qualcosa che manca, “un vuoto che sperava di essere riempito di gioia, felicità, allegria e soprattutto di AMORE“. Scritto proprio così, con tutte le lettere maiuscole.

Ma una novità dirompente era già alle porte: “Arrivava il 2014 – prosegue nel racconto – ed io sentivo che qualcosa stava per succedere, qualcosa di molto importante. Un giorno i signori della casa famiglia ci dissero che io e mia sorella avremmo presto avuto due genitori. Ricordo che di fronte a questa notizia rimanemmo pietrificati prima dallo stupore, dopo da una gioia incontenibile“, sottolinea Edwin.

Ed eccolo, il giorno tanto atteso: “Nel gennaio 2014 sentimmo bussare alla nostra porta, erano mamma e papà che erano venuti a prenderci, non so spiegare il motivo ma istintivamente io saltai tra le braccia di mamma e mia sorella tra quelle di papà e ci abbracciammo forte, ma così forte che sembrava non volessimo mai più staccarci. E’ l’inizio di una vita nuova, quella di figlio ritrovato.

Proprio in quel momento “il vuoto che sentivo iniziava a riempirsi di felicità e di una gioia che mai avevo provato prima“. Quella di avere incontrato finalmente la propria famiglia. Dei suoi genitori, Edwin parla come di “due persone straordinarie a cui darei la vita e che con me e mia sorella sono sempre molto amorevoli“.

Lui e la sorellina sono ormai pienamente cittadini italiani e hanno imparato in fretta ad amare tutto dell’Italia. “Trovo questo Paese – spiega Edwin nel tema – stupendo per le sue tradizioni, per i suoi valori per il suo dialetto e per i suoi abitanti. Mi sono trovato bene alle scuole elementari così come ora alla scuola media…non mi aspettavo così tanto da questo bellissimo Paese“.

Quindi, la conclusione che conferma e rafforza quanto il giovane aveva scritto all’inizio: “Non mi interessa se non ho la stessa carnagione di mia madre, se non sono nato dal suo grembo e non piango per aver lasciato il mio Paese poiché qui ho tutto, una casa, degli amici, dei parenti sempre presenti ma soprattutto due genitori che sono riusciti a colmare definitivamente quel vuoto che avevo nel mio cuore“.

Adesso, il cuore di Edwin guarda oltre se stesso:La sera mi addormento pregando e sperando che anche gli altri bambini che vivevano con me in casa famiglia possano un giorno affrontare e vincere la sfida di affidarsi completamente a chi li accoglie con la convinzione che i veri genitori sono coloro che ti aiutano a crescere, ti accudiscono e saranno al tuo fianco sempre“.

Per una sfida vinta, all”officina dei miracoli’ che è l’adozione internazionale ne restano ancora tante da vincere, nel prossimo futuro. Nuove, intense e bellissime pagine da scrivere, per far sì che testimonianze come quella di Edwin possano al più presto moltiplicarsi.

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