commissione adozioni internazionali

Adozione internazionale. CAI su blocco adozioni Etiopia : “Le famiglie abbinate sono 80 non centinaia “. Imminente una missione nel paese africano.

Nota sul sito web della Commissione Adozioni Internazionali che premette di essersi “attivata sin da subito, all’indomani dell’approvazione della legge, per porre in essere ogni azione a livello politico e diplomatico, per cercare di pervenire ad una soluzione di questa vicenda“.

Poi le precisazioni su “alcune inesattezze, potenzialmente foriere di vane aspettative” rilanciate nelle e-mail arrivate e infine l’annuncio di una “missione urgente a Addis Abeba“.

commissione adozioni internazionaliLa Commissione Adozioni Internazionali (CAI) interviene in modo chiaro e netto per replicare ai mittenti di “un gran numero di e-mail, spesso con identico testo“, inviate dopo il blocco dell’adozione internazionale in Etiopia dello scorso 9 gennaio. Una risposta che conferma l’impegno della CAI nel “porre in essere ogni azione a livello politico e diplomatico, per cercare di pervenire ad una soluzione di questa vicenda, nell’interesse primario dei minori abbandonati e delle famiglie italiane“; ma che, altresì, punta il dito su “alcune inesattezze, potenzialmente foriere di vane aspettative”, riferite a possibili informazioni che in questi giorni sarebbero state diffuse dagli enti autorizzati in merito alla querelle, con l’auspicio che “le informazioni fornite siano esaustive“. Infine, l’annuncio di una “missione urgente a Addis Abeba” per cercare “ogni possibile spiraglio che consenta al numero più ampio possibile di famiglie italiane di portare a termine la procedura di adozione in Etiopia”.

Qui sotto il testo integrale della nota.

Negli ultimi giorni la casella di posta elettronica della Commissione per le Adozioni Internazionali è stata riempita da un gran numero di e-mail, spesso con identico testo, con finalità di sensibilizzare la Commissione, come le altre Autorità in indirizzo, affinché ponga in essere ogni possibile strategia per affrontare e risolvere la vicenda del blocco delle adozioni internazionali in ETIOPIA, deciso dal Parlamento della Repubblica Federale Democratica dell’Etiopia lo scorso 9 gennaio.
Occorre premettere che questa Commissione si è attivata sin da subito, all’indomani dell’approvazione della legge, per porre in essere ogni azione a livello politico e diplomatico, per cercare di pervenire ad una soluzione di questa vicenda, nell’interesse primario dei minori abbandonati e delle famiglie italiane che da tempo attendono di coronare il loro desiderio di famiglia, tenendo sempre presente, però, il fatto di trovarsi al cospetto di una decisione adottata dal Parlamento di uno Stato sovrano, che esige il massimo rispetto.
Peraltro le e-mail che stanno pervenendo contengono alcune inesattezze, potenzialmente foriere di vane aspettative, che necessitano di un chiarimento.
Dal sistema informatico di questa Commissione risultano infatti, ad oggi, circa 80 famiglie instradate per un’adozione in Etiopia, delle quali poco meno di un terzo hanno ricevuto la segnalazione di un abbinamento. Questi dati potrebbero forse non essere precisi, ma sono quelli forniti dagli enti autorizzati, cui le famiglie hanno conferito incarico per adottare in Etiopia.
Riferirsi quindi a centinaia di famiglie e di minori in attesa appare fuorviante.
D’altra parte va detto che è assolutamente improprio parlare di “diritto ad adottare”, come anche di “diritti acquisiti” dalle famiglie italiane, dal momento che tali aspettative non sono riconosciute quali “diritti” da alcuna legge dell’ordinamento italiano. L’adozione, infatti, non si configura giuridicamente come un “diritto” a divenire genitori adottivi, ma come un atto di generosa disponibilità ad accogliere un minore in stato di abbandono. E’ invece un diritto quello del minore ad avere una famiglia (Legge n. 184/1983).
Questa Commissione pertanto, pur condividendo i timori e le ansie delle famiglie italiane coinvolte in questa vicenda e rispettando il diritto di ognuno a manifestare il proprio pensiero nelle forme più opportune, auspica che le informazioni fornite siano esaustive.
A sostegno di quanto detto, si informa che è in fase di preparazione una missione urgente a Addis Abeba, che si spera possa avere luogo al più presto, organizzata di concerto con il Ministero degli Affari Esteri, per incontrare le autorità etiopi, dalle quali attendiamo di conoscere la disponibilità, al fine di individuare ogni possibile spiraglio che consenta al numero più ampio possibile di famiglie italiane di portare a termine la procedura di adozione in Etiopia, nel rispetto delle prerogative di uno Stato sovrano di cui gode la Repubblica Federale Democratica dell’Etiopia.
Sarà cura della Commissione aggiornare sugli ulteriori sviluppi delle procedure in Etiopia.