Adozione internazionale. Figli in attesa: per rispondere ad un appello è necessario avere già l’idoneità?

Spettabile Ai.Bi.,

ci chiamiamo Martina e Francesco. Vi contattiamo perché navigando sul vostro sito abbiamo visitato la pagina dedicata ai “Figli in Attesa”.

Noi abbiamo già depositato presso il tribunale l’istanza per l’adozione nazionale e stiamo svolgendo i colloqui con assistente sociale e psicologa.

Ci chiedevamo se, per rispondere a uno degli appelli presenti nella sezione, sia necessario aver depositato anche l’istanza per l’adozione internazionale ed aver ottenuto la dichiarazione di idoneità.

Grazie per la vostra disponibilità
Martina e Francesco

Gentilissimi Martina e Francesco,

innanzitutto vogliamo ringraziarvi per aver consultato la nostra rubrica “Figli in attesa” e avere preso in considerazione la possibilità di rispondere ad uno degli appelli.

I casi che presentiamo sono casi reali di bambini che ancora vivono nel loro Paese di origine, noi cambiamo i loro nomi e indichiamo solo l’area geografica di provenienza, per rispetto della loro privacy. Sono bambini che da troppo tempo aspettano una famiglia o che vedono la loro possibilità di essere adottati ridotta al minimo a causa di problemi psicologi o sanitari o perché fanno parte di un gruppo di fratelli troppo numeroso.

La loro adozione non differisce da un normale procedimento di adozione internazionale, semplicemente tutte le istituzioni coinvolte si impegnano a velocizzare le procedure, quindi è necessario essere in possesso del decreto di idoneità all’adozione internazionale per poterli adottare.

Questo è un requisito fondamentale, anche perché le liste in cui compaiono i loro nomi vengono messe a disposizione dalle autorità centrali a tutti gli enti che lavorano per l’adozione su quel determinato Paese.

L’abbinamento coppia-bambino

Ciò significa che l’abbinamento concreto coppia-bambino, fatto salvo il rispetto di tutti i requisiti richiesti dal Paese di origine, viene fatto con la famiglia straniera che è più avanti nelle procedure o addirittura con la famiglia nazionale che dovesse rendersi disponibile, anche se magari fino a quel momento tutti i tentativi di adozione nazionale esperiti avevano dato esito negativo.

È solo il concreto e ufficiale abbinamento coppia-bambino, con i relativi documenti emessi da parte dell’autorità straniera e l’accettazione ufficiale della coppia che “cristallizza” la situazione e fa scattare il procedimento di conoscenza a distanza e poi tutte le procedure per l’organizzazione della partenza per l’estero.

Siamo consapevoli che questo sistema, paragonabile al rischio giuridico nell’adozione nazionale, potrebbe gettare una coppia nello sconforto se si trovasse nella situazione di investire emotivamente su uno dei bambini che presentiamo e poi non riuscisse a portare a termine la sua adozione. Anche se a livello razionale i candidati all’adozione dovrebbero essere felici che il bambino in questione abbia comunque trovato una famiglia (questo era lo scopo dell’appello), le energie investite pensando a lui già come a loro figlio, li fanno precipitare nello sconforto, se non nella rabbia.

Una procedura rivolta a favore del minore

Il criterio utilizzato da noi e dalle stesse autorità che promuovono questi progetti è fortemente sbilanciato a favore del bambino, per il quale ci impegniamo con ogni mezzo affinché trovi finalmente il suo posto in una famiglia.

D’altra parte sono proprio quei genitori e quelle famiglie che non si lasciano spaventare da un’eventuale prospettiva negativa, che dando la loro disponibilità all’adozione buttano il cuore oltre l’ostacolo, le uniche persone che fanno la differenza nella vita di quei bimbi.

A noi il compito di renderli visibili, di propagare la loro voce, a voi genitori in fieri il compito di accorgersi di loro, di ascoltare il loro appello e l’ardire di raccoglierlo.

Monica Colombo – Desk ” Figli in Attesa”  Ai.Bi.