Adozione Internazionale. Jacopo e Anita, due fratelli uniti da un sogno custodito per anni

“Perché tu mi volevi”: la frase di Anita racconta la forza di un legame nato a distanza, tra sospensioni, videochiamate rare e quattro anni di attesa

Jacopo Xiang e Anita Chuntian. Due nomi, due storie, un’unica grande famiglia. Quella di Lucia e Marco, genitori di due bambini adottati in Cina, a Xian; un’attesa e una storia di speranza che ha avuto un lieto fine.

Viaggio in Cina

La loro storia inizia in Cina nel 2015, quando Lucia e Marco partono per Xi’An e tornano nelle Marche con il piccolo Jacopo Xiang, all’epoca di 18 mesi, un bambino con uno special need di tipo sanitario risolto con un intervento chirurgico poco dopo la nascita. L’iter all’epoca era stato abbastanza veloce: erano anni in cui dalla Cina molte bambine e molti bambini venivano accolti in famiglie europee e americane, per lo più (oggi le adozioni internazionali in Cina sono chiuse).
Poco dopo la prima adozione, la coppia decide di dare un fratello o una sorella a Jacopo e, a fine 2017, deposita un nuovo dossier per l’adozione in Cina. “Jacopo ha sempre desiderato una sorellina, con le femmine ha sempre legato molto” raccontano i genitori che, insieme a loro figlio, cominciavano a sognare una bambina.

Un percorso difficile

La seconda adozione si rivela un percorso tutt’altro che semplice. Dopo l’abbinamento con una bambina di tre anni, nel marzo del 2020, arriva il Covid e una sospensione “temporanea” delle adozioni con la Cina: un periodo che per molte coppie e i loro bambini già abbinati si è rivelato un limbo senza fine. Per Lucia e Marco inizia un’attesa snervante e indefinita.
Ma Lucia, Marco e Jacopo non si arrendono. Mantengono il contatto con la bambina, pur tra le difficoltà, le incertezze e le regole dell’istituto. Ogni due o tre mesi fanno arrivare giochi, abiti, foto alla figlia lontana; le videochiamate, che avvengono con la mediazione della tata di Anita, sono saltuarie per non alimentare la sofferenza e le aspettative della piccola, di Jacopo, di tutti quanti, in un contesto che in più momenti sembra non avere alcun esito.
Intanto, Jacopo cresce e il suo desiderio per quella sorellina si fa sempre più forte. Nonostante le raccomandazioni di essere pronti a un “no”, lui continua a ripetere che sua sorella arriverà: “Lui continuava a crederci e da parte nostra non volevamo aprire un altro canale per adottare altrove” raccontano Lucia e Marco.

La pergamena rossa

La svolta arriva nell’agosto del 2024. La Cina chiede alle coppie in attesa di aggiornare il dossier di documenti. La famiglia invia in fretta tutte le carte necessarie e, a fine settembre, ottiene la “pergamena rossa”, il nulla osta tanto atteso per poter partire e abbracciare Anita Chuntian, ormai sette anni e mezzo. Jacopo aveva ragione: ha saputo attendere.
La bambina, che ha trascorso quasi quattro anni in più in istituto sapendo di avere una famiglia pronta ad accoglierla, “non ha avuto scossoni emotivi al nostro incontro, almeno ci è parso così – dice Lucia – Per fortuna, è il caso di dire, ricordava poco le nostre videochiamate, ma, cosa importante, sentiva di essere attesa e voluta”.
Oggi Anita è pronta a frequentare il suo secondo anno di scuola in Italia, la terza elementare e, pur essendo timida, si sta abituando sempre più alla sua nuova vita e alle relazioni. Gioca felicemente con i bambini, si trova bene nella classe che l’anno scorso l’ha accolta con gioia e, soprattutto, si sente a casa.
“Sono contenta perché mi volevi”, ha detto alla mamma, spiegando che in Italia può finalmente lasciarsi andare ad abbracci e baci che in istituto “erano vietati”.
“Perché tu mi volevi”: basterebbe questa frase per far comprendere come cresce nei bambini che hanno lasciato l’istituto la consapevolezza di essere amati da una mamma e da un papà.

Un rapporto sempre più equilibrato

Il legame con i genitori si sta rafforzando ogni giorno di più: prima, in Cina, si è manifestato principalmente con il papà, figura probabilmente conosciuta poco e poi anche con la mamma, in un rapporto che ormai è sempre più equilibrato.
Anche con Jacopo, 11 anni, pronto per la prima media, il rapporto si sta definendo. Nonostante qualche gelosia e i primi litigi tra fratelli, i due si cercano, si stuzzicano e si vogliono bene.
“Jacopo, che pure voleva tanto una sorella, a volte ora scherza dicendo che… forse era meglio un fratello!” commenta la mamma, ma è evidente che la felicità per l’arrivo di Anita è profonda.
Lo dice anche una foto in cui Anita stritola in un felice abbraccio quel fratello tenace.

Un sogno chiamato famiglia

Tre coppie, tre storie diverse, accomunate dallo stesso desiderio, diventare genitori attraverso l’adozione internazionale, ma anche dalla stessa fatica: un iter “lunghissimo, doloroso, impegnativo”. Ogni coppia ha vissuto (e vive) il tutto con le proprie paure, le delusioni e le nuove speranze, ma tutte avrebbero potuto accostare al ricordo del percorso tre aggettivi meno negativi. Come quelli che meriterebbe un cammino che porta a un figlio da accogliere.

Informazioni e domande sull’adozione internazionale

Anche se oggi la Cina ha sospeso le adozioni internazionali, rimangono tanti paesi nei quali molte bambine e bambini abbandonati stanno aspettando la loro famiglia.
Chiunque, coppie e single, sia interessato ad avere maggiori informazioni sull’Adozione Internazionale o a intraprendere l’iter adottivo può partecipare ai tanti webinar e corsi organizzati da Ai.Bi. Amici dei Bambini. Per informazioni, contattate l’ufficio adozioni di Ai.Bi. scrivendo un’e-mail a adozioni@aibi.it, telefonando al numero 02988221 o utilizzando la nostra live chat. Verrai messo direttamente in comunicazione con un nostro operatore.