Adozione internazionale. “Non sapeva mandare i baci con la mano. Glielo abbiamo insegnato”

Cronache di un primo incontro tra una coppia e il proprio figlio adottivo. Un volo verso una nuova famiglia

L’incontro con il proprio figlio adottivo, il primo incontro, è sempre un momento unico nella vita di chi opera la scelta dell’iter di un’adozione internazionale. Ecco perché, di seguito, riportiamo il racconto di una coppia recentemente tornata dall’Est Europa, inviato a una delle sedi territoriali di Ai.Bi. – Amici dei Bambini, l’ente che li ha accompagnati.

“Sono stati tutti strepitosi – hanno scritto i neo-genitori – Paulina la vostra referente, la sua sostituta degli ultimi giorni Natalia. Ma la cosa che proprio ci ha spiazzati è stato nostro figlio: ci ha accolti così bene, con una apertura nei confronti di questi due estranei che ha chiamato subito mamma e papà… che meraviglia, non ce lo aspettavamo. Ha rotto il ghiaccio ed è stato tutto così naturale!”.

“La cosa che ci ha colpiti tantissimo – prosegue il racconto – è che non sapeva abbracciare! Quando lo abbiamo preso in braccio e stretto a noi, era uno stoccafisso. Rigido, non abituato a lasciarsi andare. Nessuno lo aveva mai abbracciato e non sapeva mandare i baci con la mano. Glielo abbiamo insegnato noi! Altra cosa davvero bella che ci rimarrà sempre nel cuore è che fin dall’inizio ci ha detto che gli piacciono gli aerei… anche se non ne aveva mai visto uno in vita sua, se non in cielo. Mio marito ha iniziato il gioco di sollevarlo (pesa quanto una piuma!) e lo faceva volare, dicendogli di tenere le braccia rigide, mimando la forma di un aereo, appunto”.

Il risultato? “Ogni volta che arrivavamo in istituto – spiega la coppia – ci correva incontro gridando ‘volare!”. Già, volare. Che bella questa storia che ha fatto volare tutti i suoi protagonisti. Un volo verso una nuova famiglia.