Adozione internazionale.”Si, si trattava proprio di quella chiamata tanto desiderata”

Quando si sceglie di diventare genitori adottivi c’è un periodo nel quale si vive l’attesa di essere “abbinati” al proprio figlio. Momenti di speranza, anche di ansia, ma, soprattutto, di grande gioia quando arriva la chiamata a lungo aspettata

La strada per diventare genitori adottivi, lo sanno bene tutti coloro che lo hanno sperimentata, è lunga e riserva non poche difficoltà: dalla decisione iniziale, magari osteggiata dalla famiglia, a quella della scelta di un ente che accompagni tutto il cammino adottivo.

L’attesa di una chiamata che cambia la vita

Quando tutto sembra ormai pronto, il cammino di preparazione è superato e la voglia di diventare genitore a tutti gli effetti è al massimo, c’è, però, un periodo di attesa: quello in cui si aspetta che le autorità trovino “l’abbinamento” giusto.
I genitori non possono fare nulla, se non attendere. E nell’attesa, si sa, le domande nella testa si possono affollare, i dubbi possono tornare a farsi sentire… Almeno, fino a quando il telefono squilla, come racconta questa coppia di genitori che ci ha scritto

La realtà ha superato la fantasia

“Il 21 di dicembre del 2020, Ai.Bi. ci ha contattati per darci appuntamento al giorno successivo per una video call, senza specificare l’oggetto. Sono stati un pomeriggio e una nottata febbricitanti, perché ci sembrava impossibile fosse “la” chiamata dell’abbinamento.
Ma la realtà ha superato la fantasia: si trattava proprio di “quella chiamata tanto desiderata”. L’incredulità e la fortissima emozione ci hanno accompagnati per tutta la call, per non dire di quando abbiamo saputo che si trattava di due figlie, e tra l’altro gemelle. È stato un crescendo di emozioni, di sensazioni contrastanti, di pianti di gioia, di sgomento e felicità estrema. Di pensieri tanto positivi quanto di piccole preoccupazioni: “Ce la faremo a essere dei bravi genitori?”. “Sono gemelle, non sappiamo nulla sui gemelli, dovremmo iniziare a documentarci…”.
Ma il nostro cuore non aveva bisogno di nessuna risposta, perché la risposta era davanti a noi e, ora, aveva anche due nomi bellissimi, quelli delle nostre bambine che sentiamo già di abbracciare, seppur così lontane ma al contempo così vicine ai nostri cuori e costantemente presenti nella nostra vita grazie al pensiero che ci lega a loro.”