Adozione nazionale. Gemellini di Canicattì: scoppia la voglia di adozione! Ma quante sono in Italia le coppie sposate senza figli?

Amici dei Bambini sottolinea che ad oggi sono oltre 38mila le persone che hanno letto sul sito di Ai.Bi. la news dei gemellini di Canicattì, oltre 20mila quelle raggiunte via social. E molti di loro chiedono lumi su come poter adottare bambini abbandonati. Ancora una volta, si conferma che in Italia c’è tanta voglia di adozione. E se siamo in piena denatalità non è per la non-voglia di figli, ma per tutt’altro

Sembra corretto ribadire che Ai.Bi. non può fare nulla sull’adozione nazionale, ma solo su quella internazionale, per la quale periodicamente lancia appelli dedicati ai ‘figli in attesa’. Ma perché sono così tante le coppie che rispondono agli appelli e così poche quelle che si rivolgono ai Tribunali per i Minorenni (11mila nel 2017)?

adozione nazionale. Tutti vogliono adottare i gemellini di Canicattì abbandonati alla nascitaL’Italia era e resta un Paese di persone fortemente attente e accoglienti nei riguardi dell’infanzia abbandonata: a testimoniarlo sono le telefonate di coniugi che hanno contattato Ai.Bi. in seguito al rilancio della notizia dei due gemellini di Canicattì abbandonati in ospedale dalla madre biologica, che attendono il calore di una famiglia. Chiamate che rispondono alla curiosità per la quale oltre 38mila persone hanno letto la news sul sito di Ai.Bi., circa 20mila quelle raggiunte via social. Non mancano, insomma, le coppie sensibili a questi temi e che, evidentemente, si renderebbero disponibili all’adozione dei neonati.

D’altra parte, vale la pena di ribadire il dato secondo cui in Italia ci sono ad oggi oltre 5 milioni di coppie sposate senza figli, che un figlio lo vorrebbero, eccome.

Detto questo, e aggiunto che Amici dei Bambini da sempre è particolarmente sensibile e attenta a questi temi, anche per rilanciare il rafforzamento e la capillarizzazione delle culle per la vita nel Paese, va ricordato che Ai.Bi. non ha voce in capitolo per quanto concerne l’adozione nazionale. Che, di fatto, funziona e opera attraverso una normativa molto chiara, soprattutto nei casi di parti in anonimato.

La legge italiana, infatti, attraverso il parto in anonimato permette alla madre o ai genitori di non riconoscere il bambino e di lasciarlo nell’ospedale in cui è stato dato alla luce (DPR 396/2000, art. 30, comma 2), affinché sia assicurata l’assistenza e anche la sua tutela giuridica. Il nome della madre rimane segreto e nell’atto di nascita del bambino viene scritto “nato da donna che non consente di essere nominata”. Una maggiore conoscenza di questa opportunità contribuirebbe a diminuire i parti non assistiti, garantendo l’incolumità delle donne e dei bambini ed evitando gli abbandoni di neonati in luoghi non sicuri e, soprattutto, consentirebbe al neonato di nascere, vivere ed essere accolto in una famiglia che desidera crescerlo avendone la responsabilità.

Per procedura, inoltre, i bambini nati in ospedale da mamme o genitori che non li hanno riconosciuti avvalendosi del diritto di parto in anonimato, vengono dichiarati adottabili in poco tempo e accolti in una famiglia adottiva, individuata dal Tribunale per i Minorenni di competenza fra quelle che hanno presentato domanda di adozione al Tribunale stesso.

Il servizio ai bambini svolto, dunque, da Amici dei Bambini ha unicamente la finalità di fare chiarezza su questi aspetti e, se possibile, creare nell’opinione pubblica un processo di sensibilizzazione e di vicinanza affinché venga promossa la tutela della vita, da un lato, e l’accoglienza dall’altro. Ai.Bi. non può fare nulla per l’adozione nazionale, ma lancia periodicamente appelli per l’adozione internazionale. L’interrogativo, dunque, è: perché sono così tante le coppie che rispondono agli appelli e così poche quelle che si rivolgono ai Tribunali per i Minorenni (11mila nel 2017)?