Adozione. Rifiutato perchè non vede, non parla e non cammina. “Dopo averlo adottato, Francesco ha reso felice la nostra famiglia”

Un nuovo episodio straordinario emerge dall'”officina dei miracoli” dell’adozione: il bimbo, rifiutato da prima della nascita dalla madre biologica a causa dei suoi problemi fisici, è stato seguito in ospedale da Egle, che al tempo lavorava come infermiera anestesista in Ostetricia e Ginecologia

Immediata la ‘scintilla’ d’amore: “Le lacrime mi sono scese nella mascherina da sala operatoria”, ha raccontato dopo averlo visto uscire dalla pancia della madre biologica. Con il marito Marco (con cui hanno già due figli naturali) ha prima ottenuto l’affido e quindi, finalmente l’adozione; secondo i medici Francesco sarebbe dovuto sopravvivere massimo un anno, ma invece ne ha già quasi cinque

Una nuova storia prodigiosa si aggiunge alle tante già prodotte dall'”officina dei miracoli” dell’adozione: un bimbo rifiutato ancor prima di nascere dalla madre biologica per i suoi problemi fisici, è stato fatto nascere e quindi amato e accolto proprio dall’infermiera anestesista di ostetricia e ginecologia che al tempo era di turno per farlo nascere. Egle, la neo-mamma adottiva, ha raccontato la sua vicenda straordinaria al quotidiano veronese L’Arena.

Il bimbo, dall’unica ecografia fatta, risultava idrocefalo. I medici hanno iniziato a tagliare e da quel pancione è uscito un piccolo con la testina perfetta e con nessuna difficoltà“, racconta Egle. “Respirava autonomamente e piangeva come un bimbo normale. Le lacrime mi sono scese nella mascherina da sala operatoria“. Immediato l’sms al marito per delineargli la situazione, con lui che le risponde: “portalo a casa”. Chiamato Francesco e registrato all’anagrafe di Verona, durante i controlli il piccolo sembra avere un problema che non dà adito a speranze: è anancefalico, dicono i medici, che gli danno al massimo un anno di vita.

Nonostante questo, Egle e Marco (che hanno già due figli naturali) decidono di proseguire nella loro risoluzione di accogliere il bimbo abbandonato e ammalato. “Molte persone attorno a noi ci davano dei pazzi – sottolinea ancora Egle – altri ci ammiravano. A noi non interessava nulla. Volevamo portare a casa Francesco“. Dichiarato adottabile, per i coniugi il primo passaggio è stato però ottenerne l’affido: due mesi dopo la richiesta, arriva l’ok del Tribunale e il giorno del compleanno della donna vanno a prenderlo in ospedale.

Il nostro amore cresceva per lui ogni giorno di più e tutti e quattro lo riempivamo di baci. I ragazzi se lo lanciavano per farlo ridere e cantavano per lui, dato che poteva sentire“, racconta la mamma. Un viaggio familiare che, all’inizio, era vissuto dai due coniugi con l’ansia di poter perdere da un momento all’altro Francesco, stante la ‘sentenza’ dei dottori.

E invece…ora Francesco ha quasi 5 anni, non parla, non vede, non cammina ma sente, riconosce le persone e cresce. “Ora pesa 18 chili, mangia con il cucchiaino, va all’asilo, nuota in piscina e fa sedute di fisioterapia – spiega Egle -. E’ un bimbo con tanti limiti, ma noi siamo così felici che non rimpiangiamo nulla“. Già, perchè quel “pulcino abbandonato” come lo definisce mamma Egle, finalmente oggi, anche per la legge italiana, “è a tutti gli effetti nostro figlio“.

Fonte: L’Arenabambino