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Adozione. Sicilia, crollo verticale: -30% di domande per quelle nazionali. Solo 60 i minori stranieri adottati nel 2016

Un articolo del Quotidiano di Sicilia evidenzia i numeri rilanciati da Ai.Bi.: richieste nell’Isola ai minimi storici, ne viene accolta una su dieci. Il presidente di Amici dei Bambini, Marco Griffini: “Non si aprono altri canali con i Paesi africani” e “c’è stato un cambio generazionale degli operatori sociali che invece di portare una ventata di aria fresca ha portato negatività”

calo adozioniIl crollo verticale dell’adozione nazionale e internazionale nel nostro Paese è ‘specchiato’ assai bene anche nei numeri che riguardano la Sicilia: ad attestarlo, rilanciando le cifre del Ministero della Giustizia divulgate da Ai.Bi. nelle scorse settimane, è il Quotidiano di Sicilia, che in un articolo a firma di Oriana Gionfriddo certifica anche per l’Isola il raggiungimento dei minimi storici toccati, negli ultimi 15 anni, dall’adozione. Una contrazione del 30% per quella nazionale tra 2001 e 2016 che è sovrapponibile a quella dell’intera penisola.

I dati sulle coppie disponibili all’adozione nazionale raccolti dai 4 Tribunali per i Minorenni siciliani dicono che a Caltanissetta sono passate da 178 a 133, a Catania da 426 a 313, a Palermo si sono dimezzate dai 654 del 2001 ai 375 del 2016, con l’unica eccezione di Messina, dove le domande sono passate dalle 161 nel 2001 alle 169 nel 2016. Ma le coppie siciliane che sono riuscite a portare a compimento il loro sogno, globalmente, sono molte meno di quelle che hanno fatto richiesta: erano 118 (su 1.419 domande) nel 2001, sono diventate 83 (su 990 domande) nel 2016.

Non va meglio per le adozioni internazionali: già nel 2001 erano soltanto 327 i minori stranieri abbandonati che riuscivano ad abbracciare una mamma e un papà; nel 2016 sono stati soltanto 60, rispetto a un totale di domande di adozione pari a 599 nel 2001 e a 236 nel 2016.

I numeri sono crollati in maniera omogenea da Nord a Sud Italia – è il commento di Marco Griffini, Presidente di Ai.Bi. Associazione Amici dei Bambini -. La Sicilia in particolare, dovrebbe essere una regione virtuosa perchè ha il privilegio di poter contare ben 4 Tribunali per i minori, mentre altrove ce ne sono di meno“. Dati sconfortanti che vengono aggravati dai numeri dei bambini che aspettano di poter essere adottati e delle coppie che in Italia non hanno figli: “Si parla di circa 3 milioni – chiarisce il Presidente di Ai.Bi. -. Molti preferiscono la fecondazione assistita piuttosto che adottare. Ma c’è da dire che soltanto il 12% delle coppie che si sottopongono al trattamento riescono a coronare il loro sogno“.

Le principali cause all’origine del crollo, sia nel numero delle procedure portate a termine che nella disponibilità di genitori adottivi, è da ravvisarsi, secondo Griffini, nella mancanza di apertura di nuovi canali con i Paesi africani in cui i bambini abbandonati rimangono ‘inchiodati’ negli orfanotrofi, che invece chiudono la loro disponibilità all’adozione internazionale, come nel caso recentissimo dell’Etiopia, e negli effetti nefasti di un “cambio generazionale degli operatori sociali che, invece di portare una ventata d’aria fresca, ha portato negatività“. Oggi, infatti, secondo il Presidente di Ai.Bi. il ‘suggerimento’ di pensare alla fecondazione artificiale scoraggiando il ricorso all’adozione parte proprio dai servizi sociali che dovrebbero accompagnare le coppie verso una scelta di vita tanto importante.

Il bombardamento negativo e il disinteresse socio-politico-istituzionale che il mondo dell’adozione ha vissuto negli ultimi anni ha portato, insomma, ai risultati numerici che sono davanti agli occhi di tutti. Per evitare che la catastrofe assuma proporzioni ancor più serie, oggi si può solo provare a ricostruire, incalzando le istituzioni nazionali – Commissone Adozioni Internazionali in testa – così come gli enti autorizzati a fare sempre di più per cercare di invertire la rotta e ridare slancio al più grande atto di giustizia nei riguardi di un bambino abbandonato: restituirgli il diritto di essere chiamato figlio.

Fonte: Quotidiano di Sicilia