Adozione, ‘una risorsa inaspettata’: un libro racconta quanto vale questa scelta, come diritto del minore e risorsa della società

Il fondamentale diritto di ogni bambino ad avere una famiglia: è questo il ‘cuore’ che dà vita alla meraviglia dell’adozione. È questo il focus che rende protagonista dell’intero percorso adottivo il bambino, più ancora che la coppia, la quale non ostenta alcun diritto, ma anzi mette a disposizione la propria costruzione umana e sociale per accogliere uno o più minori in difficoltà

Il libro analizza i bisogni dei genitori ed esplora difficoltà ed emozioni che possono presentarsi nel percorso di costruzione del legame di attaccamento, approfondendo in particolare l’esperienza dell’adozione internazionale

adozione, una risorsa inaspettata: un libro la raccontaIl fondamentale diritto di ogni bambino ad avere una famiglia: è questo il ‘cuore’ che dà vita alla meraviglia dell’adozione. Ed è questo il focus che rende protagonista dell’intero percorso adottivo proprio il bambino, più ancora che la coppia, la quale non può vantare in realtà alcun diritto, ma anzi mette a disposizione la propria realtà umana e sociale per accogliere uno o più minori in difficoltà: c’è tutto questo e molto di più nel volume ‘L’adozione, una risorsa inaspettata’, scritto a quattro mani da Anna Guerrieri e Francesco Marchianò. Il libro analizza i bisogni dei genitori ed esplora difficoltà ed emozioni che possono presentarsi nel percorso di costruzione del legame di attaccamento, approfondendo in particolare l’esperienza dell’adozione internazionale.

Adottare significa accogliere una persona ‘altra’, ‘diversa’ da noi in tutti i sensi (diversa per origini, per fisionomia, per abitudini, per odori e sapori), quando ciò che ci verrebbe naturale sarebbe allontanarla proprio perché differente. I legami affettivi si costruiscono nel tempo, non sono scontati né immediati, occorre che avvenga prima un riconoscimento reciproco. Ma una volta instaurati sono legami forti al pari di quelli ‘di sangue’ e, forse, con una marcia in più proprio perché costruiti giorno per giorno, passo dopo passo, con desiderio, pazienza e consapevolezza.

All’interno delle pagine del volume vengono esplorati i bisogni delle coppie adottive, sottolineando come sia necessario un sostegno non solo prima dell’arrivo del minore, ma soprattutto nel post-adozione, quando la famiglia adottiva diventa una famiglia normale a tutti gli effetti. Il sostegno non deve essere un insegnamento (che implica un’asimmetria di potere), ma un confronto, uno stare a fianco della coppia senza sostituirsi a lei. Il rischio altrimenti è quello di non sentirsi mai pienamente genitori, mai una famiglia come le altre, ma sentire la necessità di essere riconosciuti dall’esterno nel proprio ruolo genitoriale. In questo senso, un utile strumento sono appunto i gruppi di mutuo aiuto (non necessariamente con la conduzione di operatori), come per esempio i Gruppi Famiglie Locali (GFL) che da sempre Ai.Bi. Associazione Amici dei Bambini ha creato e attraverso i quali è possibile confrontarsi, crescere e sostenersi a vicenda nel meraviglioso e difficile percorso di famiglia adottiva. Le famiglie possono così aprirsi e confrontarsi senza giudizio, imparando ad ascoltare l’altro e quindi il ‘diverso’, riproponendo all’interno del gruppo una capacità di apertura e confronto che si ripeterà durante l’incontro con il bambino.

Proprio dall’esperienza di questi gruppi, organizzati dall’Associazione di famiglie ‘Genitori si diventa’, sono esplorate all’interno del libro le tappe fondamentali di tutto il percorso: la valutazione per l’idoneità, l’attesa, i primi incontri con il minore adottato e la fase post adozione, corredate da stralci di commenti dei genitori e in alcuni casi anche dei minori coinvolti. Ciò che emerge? Durante l’indagine psicosociale per l’ottenimento del decreto di idoneità rilasciato dal Tribunale, le coppie si sentono giudicate dagli operatori e si giustificano dicendo che il mestiere di genitore è qualcosa che si impara sbagliando strada facendo e non una capacità che può essere stabilità a priori.

La riflessione più rilevante, in ogni caso, si trova nella parte finale del libro, dedicata alle crisi e ai fallimenti adottivi. È proprio nella crisi dei legami affettivi che emerge l’idea della adozione come risorsa (che poi è il concetto contenuto nel titolo dell’opera). L’adozione è una risorsa per conoscere non solo i propri punti di forza ma anche i propri limiti al fine di superarli; è una sfida a non mollare davanti alle difficoltà. Una crisi adottiva, come qualsiasi altra crisi di una relazione, comporta la rottura dell’equilibrio di un sistema; solo se i legami che si sono costruiti tra le persone sono forti allora lo stravolgimento di un sistema riporta a instaurare un nuovo equilibrio. Altrimenti nella crisi il figlio diventa nuovamente ‘altro’ da sé e per questo respinto. Adozione come risorsa, quindi, non solo per le famiglie che decidono di intraprendere questo percorso, ma anche per la società, che si deve confrontare con l’accoglienza, l’ascolto, il rispetto di chi è diverso da noi.

 

Fonte: Stateofmind.it