Adozioni internazionali in RDC. “Francois non è nostro figlio solo da quando è arrivato in casa nostra. I suoi primi 8 anni sono una ricchezza incalcolabile: confidate nel progetto di Dio”

Quella che vi raccontiamo oggi per la rubrica #iosonoundono, è la storia di Floriana, Enzo e Francois rinati come famiglia nel 2016 quando arriva dalla Repubblica democratica del Congo Francois. Un racconto che tiene conto delle difficoltà e grande impegno richiesto a Enzo e Floriana imbattutisi nel blocco delle adozioni internazionali imposto dal presidente della RDC Kabila. Ma Floriana ed Enzo non hanno mai perso la pazienza e la fiducia in un “disegno superiore” che li ha resi forti come dei guerrieri. Da qui l’incoraggiamento ai genitori in attesa “dico a gran voce abbiate molta pazienza e forza e confidate nel progetto di Dio, anche se vi sentirete per un attimo soli sappiate che Lui sta già provvedendo per la vostra felicità e la felicità dei vostri figli”.

La nostra storia comincia nel lontano inizio 2011, quando dopo 3 anni di matrimonio e di ricerca di un figlio, abbiamo sentito dentro di noi il desiderio di adottare, consapevoli del fatto che famiglia è anche dare una seconda chance a chi è nato semplicemente in una situazione sfortunata  e non per sua scelta.

 Ci dicevano: ‘i genitori adottivi sono genitori 2 volte‘ , ed è sempre stata una frase che non ho ben capito se non ora, ora che guardo finalmente mio figlio negli occhi, ora che non è più una fotografia.

Ora capisco la forza e la pazienza che abbiamo avuto nel nostro duro percorso adottivo; ora a gran voce grido che noi genitori adottivi siamo più che genitori…siamo angeli guerrieri che sfidano le leggi del tempo e dello spazio più di qualunque altro; lo fanno per dar senso a quella che viene definita ‘giustizia divina’, dando appunto una seconda possibilità a figli di una vita disperata.

Tornando alla nostra adozione, nel 2012, dopo l’ idoneità, ci siamo messi alla ricerca di un ente che adottasse in Africa  (il mio cuore era già lì e lo sentivo forte), brancolavamo nel buio.  Ma un giorno su un sito trovai un appello sui bambini del Congo  (Repubblica democratica del Congo). Fu una folgorazione perché mi ero innamorata di un ente all’incontro conoscitivo e non ho avuto dubbi a dare il mandato a loro.

A febbraio del 2013 (il giorno del mio compleanno) avevamo l’abbinamento con un piccolo “Congo-monello” di nome Francois,  Francesco come Santa Maria Francesca, come il primo nome di padre Pio, come San Francesco e come il nostro amatissimo Papa.

Tutto perfetto, tutto sembra essere benedetto dal Signore. E invece un mese prima di partire per il Congo e diventare una famiglia, il presidente del Congo (Kabila ndr) decide di bloccare le adozioni e come prima istanza da il tempo di un anno.

Inizialmente abbiamo pensato che: “si ok, c’è il blocco ma noi siamo italiani, l’Italia ci tutelerà , noi non saremo toccati da questo blocco”. Niente di più falso e deludente: siamo piombati in un incubo vero e proprio durato 3 anni.

Non abbiamo più avuto notizie di nostro figlio per 2 anni, non ci veniva concesso nemmeno di sapere se era vivo o morto

Quando il Congo finalmente apre le frontiere ai bambini adottati era il 10 giugno 2016. Ora, occhi negli occhi con mio figlio penso che doveva andare così…che Dio ci ha fatto portare una dolorosa Croce per donarci la più grande delle benedizioni. 

Francois è meraviglioso, è praticamente un miracolo. È come se fosse stato nella nostra famiglia da sempre; ci distingue il colore della pelle, che alla fine non noti neanche più se non per soffermarti sulla sua bellezza.  È perfetto e siamo perfetti noi con lui.

Il fatto che lui sia arrivato grandicello e molto aperto al dialogo ci ha permesso di colmare gli anni che abbiamo vissuto l’uno lontano dall’altro
Lui ci racconta tutto dei suoi primi anni in Congo e noi ascoltiamo assetati tutti i suoi preziosi ricordi; questa apertura agevola la nostra serenità di famiglia e il nostro rapporto genitore-figlio e abbiamo deciso di continuare ad aiutare il centro in cui è cresciuto e che lo ha protetto fino a noi, una decisione presa consapevolmente e coinvolgendolo in modo molto discreto e rispettoso dei suoi sentimenti .

In questo modo il messaggio che vogliamo dargli è che lui non è Francois nostro figlio solo dal 10 giugno del 2016 , ma  che i suoi primi 8 anni sono una ricchezza incalcolabile per noi e per la sua crescita come adulto e che saremo il suo muro portante per sempre.

Ai genitori in attesa dico a gran voce abbiate molta pazienza e forza e confidate nel progetto di Dio, anche se vi sentirete per un attimo soli sappiate che Lui sta già provvedendo per la vostra felicità e la felicità dei vostri figli.