Affido. Ai.Bi. alla Camera presenta le proposte per la riforma: l’avvocato del minore e il nuovo ruolo del privato sociale

In audizione alla Commissione Giustizia della Camera, rilanciati i punti nodali  della riforma della accoglienza familiare temporanea : la famiglia innanzitutto!  

Nel primo pomeriggio di giovedì 1° luglio, la Commissione Giustizia, alla Camera dei Deputati, ha ascoltato in audizione, Marzia Masiello, responsabile rapporti istituzionali di Ai.Bi. Associazione Amici dei Bambini.

Presupposto dell’incontro, l’esame delle proposte di legge recanti modifiche al codice civile e alla legge 4 maggio 1983, n. 184, in materia di affidamento dei minori.

Alla luce della Strategia Europea sui diritti dei minori e del Child Guarantee, verso una cultura centrata sulla famiglia e la comunità e su misure alternative alla istituzionalizzazione, Amici dei Bambini saluta con grande favore l’attuale attenzione al tema dell’affidamento come strumento di tutela temporaneo, a beneficio della persona di minore età fuori dalla famiglia.

 È la legge che deve essere a misura di bambino e non viceversa

È giunto il momento, non più rimandabile, di sistematizzare e attualizzare il corpus normativo che ha rappresentano fino a oggi un importantissimo quadro di riferimento dell’istituto (leggi n. 184/83, n. 184 149/01, n. 173/15, n.47/17).

 Per Ai.Bi. è essenziale che la consapevolezza e il risveglio suscitati dai fatti di cronaca degli scorsi anni siano elementi di discussione volti a favorire la definizione di un sistema generativo in cui l’accoglienza familiare temporanea diventi uno strumento sempre più diffuso e agitoprima di tutto preventivo e a tutela del bambino e delle sue relazioni familiari, per il rientro nella famiglia di origine. Ove questo non sia possibile che l’affido sia uno strumento temporaneo per poter preservare il diritto delle bambine e dei bambini ad essere figli all’interno di una famiglia che adeguatamente preparata possa accoglierli e adottarli.

Le proposte di approfondimento di Ai.Bi.

La promozione dell’affidamento familiare passa anche dalla definizione di standard minimi nazionali dei servizi e delle procedure, oltre che dal funzionamento dei sistemi di verifica e controllo.

Proprio in tale ottica Ai.Bi. in audizione alla Commissione giustizia ha formulato alcune proposte:

1. Riformulare l’articolo 2 della legge 184/1983

 Specificando una gerarchia nelle forme di accoglienza che espliciti:

  • la priorità dell’accoglienza in famiglie affidatarie, nonché in casa-famiglia per tutti i minori, limitando il collocamento in comunità educativa alle situazioni e per il tempo in cui sia strettamente necessario per il benessere del minorenne.
  • Il riconoscimento delle “case famiglia” come soluzione preferibile ad altre strutture di tipo familiare prevedendone i criteri minimi obbligatori, quali:

–        La gestione da parte di coppie coniugate e stabili (vedi art.6 della legge 184/83) che vi risiedano stabilmente

–        La possibilità di accogliere i minori nel numero massimo di 6.

–        La possibilità di avvalersi di educatori e professionisti iscritti agli albi a seconda dei bisogni.

–        Le case-famiglia devono essere previste come l’unica soluzione, per i minorenni di età 0-6, alternativa all’affido familiare

2.   Prevedere la nomina di un Avvocato del minore

Un difensore del minore con le necessarie competenze giuridiche, ruolo e terzietà rispetto ad altre figure. La nomina deve essere immediata dal primo momento dell’allontanamento del minore dalla famiglia di origine, disposto in urgenza o meno.

3. Definire il ruolo del privato sociale

Stabilendo un accreditamento e una qualificazione secondo tre macro-aree operative, quella della sensibilizzazione e promozione della cultura dell’affido, nonché gestione della rete famiglie. Quella della formazione propedeutica alla presa di consapevolezza della famiglia, conoscenza della coppia e abbinamento con il caso di affido in accordo col servizio di tutela. Quella della gestione del progetto d’affido e accompagnamento della famiglia nei rapporti con i servizi di tutela/progetto affido e formazione in itinere.

L’affido internazionale

 Amici dei Bambini nel corso dell’incontro ha sottolineato l’importanza di inquadrare nell’ambito di questo percorso anche il tema dei minori stranieri non accompagnati.

La Legge n. 47 del 2017, all’art. 7 pone in evidenza la possibilità da parte degli  Enti locali di promuovere l’affido, eppure  solo il 3% dei minori stranieri non accompagnati si trova, invece, in affido familiare (AGIA, Relazione al Parlamento 2020 pag.187).

Servono strategie per la diffusione dell’accoglienza familiare temporanea e della solidarietà familiare, definendo e normando l’affido internazionale in cui famiglia di origine e famiglia di accoglienza possano collaborare per il progetto educativo o di vita del minore, in sicurezza.

Occorre, in definitiva, fare ogni sforzo possibile per giungere celermente a una strategia sull’infanzia, l’adolescenza e i giovani in cui la persona sia posta al centro come potatrice di relazioni e affetti di cui la famiglia, in collaborazione con la scuola, possa essere il primo attivatore virtuoso.

In questo senso è fondamentale riconoscere l’abbandono come emergenza umanitaria ed istituire la giornata del figlio, per riconoscere giuridicamente e culturalmente la condizione e il diritto di “essere figlio” e rafforzare la coscienza sociale sulla esistenza del diritto di tutti i minorenni di crescere in una famiglia in grado di dargli felicità, amore e comprensione.