Affido. “Il legame creatosi tra noi e la sua mamma ha permesso a Serena di crescere bene”

Il racconto di un’esperienza positiva dalle parole di una dei protagonisti di questa bella storia

“Serena è arrivata da noi all’età di sei anni ed è andata a vivere con la sua mamma a 18 anni compiuti”. A raccontare la sua storia, su Noi Vita&Famiglia, è Messia Rossato, Assistente sociale del Servizio accoglienza e condivisione ambito minori e affidamento della Comunità Papa Giovanni XXIII. È una storia di affido, la sua, che merita di essere raccontata per raccontare, dopo le recenti brutture mediatiche, questa straordinaria forma di accoglienza sotto una luce diversa. Positiva. Che poi è quella prevalente.

“È entrata a far parte della nostra famiglia – spiega ancora Rossato – quando il nostro primogenito aveva un anno e mezzo. Per noi si trattava della prima esperienza di affido. Il servizio sociale cercava una famiglia e grazie alla collaborazione con l’associazione Papa Giovanni XXIII è stata valutata idonea la nostra famiglia. Il progetto era stato chiarito fin dall`inizio molto bene: si trattava di un affido con un progetto a lungo termine in accordo con la madre, nonostante partisse come affido giudiziale a causa di problematiche gravi collegate al padre, decaduto in seguito dalla responsabilità genitoriale. Per tutti i 12 anni di affido la mamma è stata coinvolta assieme a noi nelle verifiche dell’affido e questo credo sia stato molto positivo. Gli incontri tra la mamma e Serena sono avvenuti nei primi anni presso la nostra casa. Questa modalità ha facilitato l’adesione al progetto affido per Serena poiché le ha dato la possibilità di ‘unire’ le due appartenenze. Il ‘legame’ creatosi tra noi e la mamma ha permesso di crescere nella fiducia reciproca: col tempo ha dichiarato di ritenere, per il suo bene, che rimanesse con noi fino alla fine delle scuole superiori, ammettendo che da sola avrebbe faticato e che sapeva che con noi stava bene. Serena si è rivelata fin da subito una bimba molto vivace e affettuosa, vulcanica, curiosa, bisognosa di continue conferme e di accettazione! Entusiasta di stare in famiglia affidataria e nello stesso tempo di vedere la sua mamma”.

“Ci ha chiamati da subito mamma e papà, con il benestare della sua mamma – prosegue ancora nel suo racconto l’assistente sociale – Nel tempo abbiamo accolto tanti altri bambini e sono nati altri due nostri figli naturali. Serena ha sempre accolto tutti con grande entusiasmo! La sua gioia ha contagiato sempre tutti. Nel corso di questi anni si è lavorato molto sulla sua autostima. Abbiamo affrontato fatiche dal punto di vista scolastico e comportamentale, ma si è anche rivelata molto sensibile e attenta nelle relazioni con gli altri, con i fratelli e con chi era più in difficoltà. In particolare, avendo a cuore la sua mamma, ha sempre fatto intendere di sentirsi in dovere di aiutarla, come se avesse chiare le fragilità della sua mamma. Negli ultimi due anni Serena ha cominciato a sentire più forte il desiderio di autonomia e indirettamente ha fatto capire che desiderava rientrare a casa, con la sua mamma. La sua mamma aveva fatto un buon percorso ed era molto collaborativa con noi. Come affidataci abbiamo ritenuto di dare parola a ciò che ci sembrava avere nel cuore Serena e a malincuore abbiamo comunicato a lei stessa e ai servizi che forse si poteva pensare ad un rientro prima della fine delle superiori. Io ero e mi sento la sua mamma, senza nulla togliere alla sua ‘vera’ mamma, donna che in tutti questi anni c’era stata, aveva trovato casa e lavoro e aveva riorganizzato la sua vita. Ci sembrava giusto darle fiducia, valorizzare quel legame e metterci da parte, sebbene un po` a fatica. L’ultimo anno è stato duro perché se la voglia di ciò che la aspettava era tanta… tante erano anche le paure di lasciare la nostra famiglia. Il passaggio è stato graduale ed è andato bene”.

Tanto che il rapporto, oggi, prosegue. “Oggi – conclude infatti la donna – sentiamo e vediamo Serena spesso. Se ha bisogno, voglia e piacere ci chiama e noi con lei. Anche i rapporti con la mamma si sono mantenuti buoni. L’affido di Serena è stato un dono e il legame creato siamo certi che durerà nel tempo. Mio marito la porterà all`altare e faremo da nonni ai suoi figli (così dice)”.