Al giorno d’oggi sono ancora necessarie le culle termiche?

Buongiorno,

ho letto con molto interesse la notizia pubblicata sul vostro sito a proposito dell’installazione, sia in Italia che all’estero, delle cosiddette culle termiche. Sinceramente non credevo che esistessero ancora. La cronaca, infatti, spesso parla di bambini appena nati gettati nei cassonetti. Tuttavia, temo che oggi ad abbandonare i neonati, “buttandoli” nella spazzatura, non siano tanto le madri, ma piuttosto coloro che sfruttano queste donne, rendendole schiave. Quando esse partoriscono, spesso gli sfruttatori fanno credere loro di essere intenzionati a portare il neonato in un ospedale, ma non esitano a sbarazzarsene gettandoli tra i rifiuti. Oltre a questi episodi drammatici di abbandono, credo che ci sia un sempre maggiore ricorso all’aborto da parte delle donne che autonomamente decidono di non tenere con sé i propri figli. Vi chiedo quindi due cose: nei Paesi occidentali, di cui si parla nel vostro articolo, è davvero utile l’installazione delle culle termiche? E poi: come associazione di volontariato, svolgete azioni concrete di lotta all’aborto, diffondendo anche informazioni sull’esistenza delle culle termiche?

Grazie,

Luciana

 

 

MACCHINA-DA-SCRIVERE1Cara Luciana,

l’abbandono è la quarta emergenza mondiale, dopo fame, guerre e malattie. Ovviamente è diffusa in misura maggiore nei Paesi più poveri, ma colpisce drammaticamente anche le zone più “benestanti”, perché anch’esse celano al loro interno sacche di povertà e di disagio che troppo spesso diventano teatro di episodi di abbandono di bambini anche piccolissimi. La necessità di installare le culle termiche anche nelle città occidentali risponde proprio a questa emergenza. A questo proposito le possiamo citare un episodio, accaduto in Russia. Qualche tempo fa le cronache hanno raccontato della morte di un neonato, figlio di una madre giovanissima che lo aveva abbandonato in un edificio dismesso alla periferia della città di Sarapul. La culla termica più vicina si trovava a 400 chilometri di distanza! Se queste strutture avessero avuto una diffusione più capillare, forse la 19enne madre del neonato avrebbe deciso di non abbandonare suo figlio in quel modo tragico, ma di lasciarlo in un luogo protetto. E si può ben capire che quanto accaduto nella città russa potrebbe succedere ovunque, anche nelle nostre città.

Come Amici dei Bambini la lotta all’aborto è uno dei temi principali delle nostre azioni di sensibilizzazione. In particolare, è impegnato su questo fronte il gruppo dei nostri volontari più giovani, gli Ai.Bi. G: figli adottivi e affidatari, ma anche biologici che hanno deciso di farsi portavoce dell’accoglienza, che quotidianamente incontrano altri ragazzi come loro per confrontarsi e trasmettere i valori della lotta all’abbandono e dell’apertura alla vita. Tra i temi che gli Ai.Bi. G affrontano c’è spesso anche quello dell’aborto.

Tra poco tempo, poi, Ai.Bi. inaugurerà la Family House: una vera e propria “clinica per la cura del male dell’abbandono”, un progetto unico in Italia, che ospiterà, tra i suoi numerosi servizi, anche una culla termica. Nella speranza che quelle madri che non vorranno o non potranno tenere con sé i propri figli scelgano di donare loro una nuova vita, lasciandoli a chi potrà prendersi cura di loro.

Un caro saluto,

 

Ufficio Stampa di Ai.Bi.