Andrea Speciale (CAI): due anni di attesa per una coppia sono troppi. Perché l’idoneità non potrebbe essere verificata dagli Enti Autorizzati?

bambini.asilo-nido-istatPubblichiamo uno stralcio di un’ intervista rilasciata all’Associazione “Genitori si diventa onlus” dall’ avvocato Andrea Speciale, nella sua qualità di  membro della CAI,  in rappresentanza dal Forum delle Associazioni familiari. Interessante notare che il dibattito sulla riforma delle Adozioni Internazionali inizia anche in seno alla CAI.

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Lei è in CAI da ormai cinque anni. Ci parli della sua attività e delle istanze che ha portato all’interno della Commissione.

La Commissione è formata per la gran parte da incaricati dei diversi Ministeri e da esperti, che provengono sempre dai Ministeri oppure dalla Magistratura minorile. I rappresentanti delle Associazioni familiari hanno la funzione di portare all’interno della CAI la voce delle famiglie che entrano in contatto con la procedura adottiva e questo è quanto ho sempre cercato di fare. Il nostro compito consiste far sì che le diverse problematiche che si affrontano di volta in volta non siano trattate come questioni astratte, ma siano percepite ed esaminate per gli effetti concreti che producono sulle famiglie. Va dato atto che al riguardo c’è già una particolare sensibilità della Vice Presidente e degli altri componenti la Commissione, ai quali può mancare, in certi casi, il continuo riscontro diretto con le famiglie, riscontro che costituisce lo specifico dei rappresentanti delle Associazioni familiari. Sul punto va anche detto che nello scorso mandato di fatto i rappresentanti delle Associazioni familiari sono stati solo due, Michele Augurio ed io, e che, dopo le dimissioni del primo, il quale è sempre stato molto attivo ed ha sempre svolto un valido ruolo di stimolo e pungolo, sono rimasto solo. Da qualche mese sono stati nominati i due rappresentanti che mancavano e quindi adesso la voce delle Associazioni familiari è completa.

Le istanze che ho sostenuto all’interno della Commissione? Mi sembra inutile fare un arido elenco. Mi piace di più ricordare il continuo richiamo che faccio sempre alla corretta applicazione del principio di sussidiarietà: gli Enti Autorizzati svolgono compiti che l’ordinamento attribuisce alla Commissione e la Commissione deve far sì che gli Enti stessi riescano nel migliore dei modi a svolgere quanto già loro delegato e tutti ciò che dimostreranno di volta involta di poter realizzare in prima persona. Tanto presuppone un effettivo controllo ed una continua verifica della Commissione sull’operato degli Enti e le decisioni in ambito ‘disciplinare’ che la Commissione ha adottato non devono essere percepite come una ingerenza indebita, ma sono un dovere della Commissione nell’interesse delle famiglie e degli Enti stessi.

Quali sono le criticità che vede nell’attuale sistema delle adozioni internazionali? Come dovrebbe evolvere per adattarsi ai cambiamenti sociali e meglio assolvere alla sua funzione?

Le famiglie che danno la disponibilità all’adozione non riescono a comprendere e vivono con enorme difficoltà l’approccio burocratico della procedura finalizzata alla verifica dell’idoneità. La verifica è necessaria perché non si può correre il rischio che un minore che ha già vissuto il trauma dell’abbandono sia accolto da una famiglia che non abbia tutti i requisiti per assicurare a quel minore di non incorrere in una seconda tragica esperienza. Non ci si può negare tuttavia che i soggetti che gestiscono l’attuale sistema, con le note criticità ed i diffusi patologici ritardi, non riescono a far sentire accolte le famiglie, ma sembra facciano di tutto per allontanarle e scoraggiarle. Come può accettare una coppia di attendere due anni per conoscere se la propria disponibilità all’adozione internazionale sia stata accolta e di essere giudicata in funzione dell’esito di un solo incontro di due ore con una psicologa? Altra criticità è rappresentata dal costo della adozione internazionale.

Che fare allora? Si dovrebbe aprire una grande discussione non sulla questione idoneità sì idoneità no, in quanto a mio avviso una verifica è assolutamente necessaria, ma sulle modalità con cui la verifica viene effettuata. E’ opportuno e possibile coinvolgere le Associazioni Familiari, gli stessi Enti Autorizzati? Con quali modalità? Credo che qualcosa in questo senso possa essere fatto. Non dimentichiamo che nel sistema italiano alcune delle funzioni che sono proprie dell’Autorità Centrale sono già svolte dagli Enti Autorizzati. Perché allora non cominciare a porsi per lo meno il problema dell’ opportunità di verificare se, ed eventualmente quali fasi del procedimento volto a verificare l’idoneità delle coppie alla adozione internazionale possano essere svolte da soggetti della società civile?