Arrivano le prime sentenze sul “caso Bibbiano”. Ma i bambini sono tutti già tornati a casa

Sono attese per giovedì 11 le prime sentenze sui due imputati che hanno chiesto il rito abbreviato nell’inchiesta “Angeli e Demoni” di Bibbiano. Mentre le famiglie a cui i bambini sono stati sottratti si sono già ricomposte

17 faldoni contenenti 55 mila pagine di atti giudiziari. È in base a questa montagna di carta che il gup Dario De Luca dovrà pronunciarsi giovedì 11 novembre sulle prime sentenze che riguardano il “caso Bibbiano”. A richiedere il rito abbreviato sono stati l’assistente sociale Beatrice Benati e lo psichiatria Claudio Foti, titolare dello studio Hansel&Gretel, il cui metodo è stato utilizzato, secondo l’accusa, per “alterare lo stato psicologico dei minori… attraverso modalità suggestive e suggerenti, con la voluta formulazione di domande sul tema dell’abuso sessuale e ingenerando in tal modo in capo alla minore il convincimento di essere stata sessualmente abusata dal padre…” Questo il virgolettato riguardante una specifica minore, riportato da La Stampa e desunto dalle carte.
Nella stessa occasione il gup dovrà esprimersi anche su rinvio a giudizio degli altri 22 imputati, ovvero tutti gli altri attori coinvolti nell’indagine che non hanno chiesto il rito abbreviato.

Errori ed orrori tra le carte dell’inchiesta sui bambini di Bibbiano

Da quelle carte emergono indizi molto pesanti di falsificazioni e frodi; di disegni alterati e messaggi distorti… D’altra parte anche solo i numeri dei minori finiti in affido qualcosa di strano lo raccontano. Sempre secondo La Stampa, nella zona della Val d’Enza finita al centro dell’inchiesta, le segnalazioni ai servizi sociali erano statisticamente in linea con quelli delle altre province italiane. I minori finiti in affido, però, all’improvviso sono cresciuti a dismisura: dai 18 minori affidati alle strutture e nessuno in affido nel 2015, si arriva a 33, con 104 minori dati in affido nel 2016. Nel 2017 si sale a 40 minori in struttura e 110 in affidamento. Tanti. Troppi per non far pensare che qualcosa non funzionasse a dovere. L’inchiesta cercherà di chiarire nei dettagli “cosa” non andasse e di chi sia la responsabilità, con gli avvocati difensori che, giustamente, provano a parare i colpi e insistono sulla “mostrizzazione” che si è fatta degli imputati.

I bambini di Bibbiano sono tutti tornati dai loro genitori

Di certo, al momento, c’è un fatto: che tutti i 10 minor dai quali l’inchiesta è partita, sottratti alle loro famiglie dai servizi sociali della Val d’Enza per presunti abusi sessuali, sono tornati a casa con i loro genitori. Ogni nucleo famigliare è stato ricostituito con sentenze del Tribunale dei minorenni, che non hanno ravvisato motivi per cui quei figli non dovessero stare con mamma e papà.
Ci vorrà del tempo per dimenticare, ammesso che possa essere possibile farlo, come ci vorrà del tempo per arrivare a una verità conclamata su tutto quanto è avvenuto. E anche in questo caso non è detto che sarà possibile fino in fondo. Ma il ritorno dei bambini con i loro genitori è un fatto che rimane e da cui si deve partire per provare a ricostruire un futuro. Questo sì, possibile!