Avvenire. Perché «appendere» chi vuole solo salvare vite? Solidarietà a Gandolfini

#Familyday. Avvenire. Solidarietà a Gandolfini che democraticamente, cristianamente, umanamente, coraggiosamente, ci ricorda che anche noi siamo venuti al mondo solo perché non fummo gettati via.

Striscione di insulti e minacce per il leader del Family day a Firenze, da anni impegnato in difesa della vita nascente e del bisogno che ogni bambino ha di una madre e di un padre, non di un genitore 1 e 2. 

Solidarietà a Gandolfini, dunque,  per l’insulto e la minaccia ricevuta ma anche alla “famiglia” da troppo tempo sotto attacco, con conseguenze negative che sono purtroppo sotto gli occhi di tutti.

Perché «appendere» chi vuole solo salvare vite?

Si domanda Maurizio Patriciello in un articolo pubblicato su Avvenire sabato 2 marzo, parlando di effetti della libera circolazione dell’odio; un sentimento illogico e perverso che mette tutti contro tutti e porta con sé sete di pace, di libertà, di serenità, ma anche di sangue e di vendetta che avvelena vittima e carnefice.

Solo pochi giorni fa – ricorda Patriciello – il papà di una bambina stuprata dal nonno si è fatto giustizia da solo. Fuori dalla caserma e sui social è stato osannato e applaudito. Quanti si sono soffermati a pensare che alla bambina è stato così inferto un altro colpo, perché senza il suo papà è più sola, più vulnerabile, più triste?

Indigniamoci, ma facciamolo sul serio.“ – è l’appello di Avvenire – “Scandalizziamoci per l’orrore del male, in ogni sua forma, ovunque colpisce. Non cediamo all’illusione di lavare il sangue con il sangue, di spegnere il fuoco con il fuoco. Lottiamo per i nostri diritti senza dimenticare, bistrattare o negare quelli degli altri.”

Siamo nell’anno del Signore 2019 e ancora c’è chi brama di “appendere” qualcuno? E senza provare la minima vergogna lo scrive a caratteri cubitali? E questo Massimo Gandolfini chi è?” – chiede Patriciello – “Uno stupratore seriale? Un affarista che fa soldi sulla pelle delle donne? Perché ce l’hanno proprio con lui?”

 “Gandolfini è semplicemente un signore. Un uomo, un professionista che ha a cuore non solo i diritti suoi e quelli dei maschi, ma quelli di tutti, donne e femministe comprese” è la risposta di Patriciello – “ E poiché i veri signori si piegano sì, ma solo davanti ai deboli, Gandolfini si batte anche per i diritti dei bambini non ancora nati e degli anziani alle soglie dell’eternità. Alle persone come Gandolfini tutti i bambini nati, femministe comprese, dovrebbero dire grazie. È possibile difenderti da una persona armata se anche tu hai un’arma in pugno, impossibile, per un neonato, sopravvivere alle percosse di un adulto. Ovvio.”

E se al neonato mancano ancora un po’ di giorni per nascere – incalza il giornalista – “eliminarlo è ancora più facile. Ma lui non vuole. Si lamenta, soffre, chiede aiuto. Chi si fa avanti? Chi avrà il coraggio di ascoltare quel grido silenzioso?”

Ecco chi è Gandolfini “è una di quelle persone che, democraticamente, cristianamente, umanamente, coraggiosamente, ci ricorda che anche noi siamo stati embrioni nel grembo della mamma. E siamo venuti al mondo solo perché non fummo gettati via.”

“Noi che della vita siamo incredibilmente innamorati” – conclude – “ non vogliamo che venga fatto agli altri ciò che non avremmo voluto fosse fatto a noi. Tutto qua. Naturalmente, sappiamo bene che quando i diritti confliggono, occorre ragionare con prudenza, sapienza, competenza e tanto, tanto amore.”