Bambini speciali: il nuovo volto dell’adozione internazionale

famigliaL’accoglienza di bambini con bisogni speciali si delinea sempre più come il nuovo volto dell’adozione internazionale. Nei primi sei mesi del 2010 ha avuto grande impulso l’accoglienza di questi bambini da parte delle coppie che hanno dato l’incarico ad Ai.Bi. Sono stati 40 i bambini che tra Cina, Colombia, Bulgaria, Perù e Ucraina hanno trovato una famiglia nel nostro Paese e hanno avuto così la possibilità di rinascere figli.

E’ talmente importante per questi bambini essere accolti da una coppia di genitori che il più autorevole organismo sovranazionale in materia di adozioni – la Conferenza di Diritto privato de L’Aja – è arrivato a dare una definizione di bambino con bisogni speciali nel documento “Buone prassi per l’applicazione della Conferenza dell’Aja”. Sono bambini con più fratelli al seguito, con più di 7 anni o con particolari problemi sanitari e psichici.

L’adozione internazionale rimane l’unica possibilità per dare una famiglia a questi bambini, fallita la strada dell’accoglienza nel loro Paese.

L’andamento positivo delle adozioni di bambini speciali da parte delle coppie di AiBi trova un riscontro anche nel Rapporto Statistico pubblicato dalla Commissione per le Adozioni Internazionali (CAI).

Un bambino su sei (561 su 3.964), tra quelli adottati nel 2009, era un minore con “bisogni speciali”.

Le diagnosi sono abbastanza omogenee per territorio di provenienza: i minori dell’Est Europa presentano in percentuale preponderante la prognosi di “ritardo psicologico o psicomotorio”. I bambini provenienti da Paesi africani, invece, quali l’Etiopia, o da Paesi sudamericani, quali la Colombia, presentano invece diagnosi di patologia attinente lo stato di nutrizione generale e le conseguenti carenze.