BAMBINIxLAPACE. Il quarto inverno di guerra: vivere oggi in Ucraina

A Kiev e Kharkiv la quotidianità è fatta di paura, freddo e ricostruzione. Resistere è diventato un dovere morale e la resistenza civile si misura nei gesti di ogni giorno

In Ucraina la vita quotidiana scorre sotto il suono costante degli allarmi. Ogni notte può essere una notte di bombardamenti, ogni giorno un nuovo bilancio di distruzioni e feriti. Le città vivono sospese tra paura e resistenza. A Kiev, gli attacchi si sono intensificati: gli allarmi suonano più a lungo, e la metropolitana, profonda oltre cento metri, è tornata ad essere un rifugio abitato. Donne, bambini, studenti vi trascorrono ore, accovacciati con i telefoni in mano, aspettando che gli allarmi cessino. Molti edifici sono stati ricostruiti, ma il dolore resta inciso nelle strade e nei volti.

Il quarto inverno in guerra

Con l’arrivo del quarto inverno di guerra, il freddo diventa un’arma. La strategia dlla Russia è chiara: il infrastrutture energetiche sono bersagli costanti e il buio cala spesso sulle case. Gli uomini non possono lasciare il Paese, la legge marziale lo vieta; chi resta cerca di continuare a vivere: andare al lavoro, fare lezione nei bunker, provare a dormire nonostante gli allarmi.
A Kharkiv, città del fronte, la guerra è ovunque. I missili possono arrivare in meno di un minuto dal confine russo, e la notte la città si svuota. Mezzo milione di sfollati ha trovato rifugio qui, in grandi palazzoni che accolgono silenziosamente il dolore di chi ha perso tutto. Le strade fuori città sono segnate da nastri bianchi che indicano i campi minati, le aziende agricole sono al collasso, e l’industria locale è in macerie. Eppure, anche tra le rovine, gli abitanti tengono pulite le strade, curano i fiori, rifiutano di lasciarsi andare.

Come vivere sotto i bombardamenti

Non c’è alcun edificio che possa dirsi sicuro, ma non c’è maceria che non possa essere ricostruita. Perché resistere è diventato un dovere morale, oltre che civile. Le scuole si organizzano sottoterra, le università continuano a insegnare, gli ospedali funzionano nonostante la scarsità di risorse. A Kharkiv i mezzi pubblici sono gratuiti, un piccolo gesto per tenere viva la città.
Ogni giorno ci sono funerali, ogni cimitero ha una nuova sezione dedicata ai caduti. Eppure nessuno si abitua alla guerra. Gli ucraini continuano a resistere, perché, in questo tempo sospeso, la resistenza ha la forma della vita quotidiana.

La speranza dei bambini dell’Ucraina è appesa a un filo

Dallo scoppio della guerra in Ucraina, sono passati oltre 3 anni. In questo tempo oltre 600 bambini sono morti e oltre 2.000 sono stati feriti. Anche la speranza rischia di morire.
Ai.Bi. Amici dei Bambini con il progetto BAMBINIxLAPACE ogni giorno porta ai minori e le loro famiglie aiuto concreto, supporto psicologico e attimi di vita “normale”, in un tempo che normale non è.
Ecco perché oggi più che mai c’è bisogno del tuo aiuto: per non far spezzare il filo della speranza. EMERGENZA UCRAINA