Crescere un figlio adottato? “Lotti con il Dna, affinché non ne condizioni la vita” Palombelli si racconta

Dopo la lettera a sorpresa al Grande Fratello da parte della donna che ha partorito sua figlia Serena. Ora Barbara Palombelli si racconta al Corriere della Sera. Dal matrimonio con Francesco Rutelli all’adozione di 3 dei suoi 4 figli.

Perché l’autobiografia “Mai fermarsi”? – domanda  Candida Morvillo nell’intervista “Barbara Palombelli: «Io, una mamma domatrice. Combatto contro l’ansia” per il Corriere della Sera – “Per dire grazie alle persone care che mi hanno aiutata a gestire il mio circo familiare, per spiegare ai figli da dove vengo, per dirmi che tutte le cose belle che ho sono vere, non ho sognato”.

Che sogno le resta?Solcare l’Atlantico in nave: in mare, non conosco ansia”. Da qui inizia il racconto di Barbara Palombelli: “Con Francesco mi sposai in cinque minuti, oggi le mie figlie sognano l’abito bianco”

Sì è sposata, con Francesco Rutelli, prima civilmente poi in Chiesa. “La prima volta è stata una formalità di cinque minuti dopo tre anni di convivenza. Ero incinta e Francesco diceva: non facciamo pensare a nostro figlio che non lo volevamo. In chiesa, siamo andati praticamente di nascosto. Per noi, sposarsi è un fatto burocratico. Invece, le nostre figlie sognano l’abito bianco e il brillante, come si vede in tv”. Nel 1980, il Rutelli neosegretario dei Radicali le disse: non voglio legami. Come siete arrivati a quattro figli, due nipoti, sei cani? “Sui figli, all’inizio, ho insistito io. Erano altri tempi, e a 29 anni, quando è nato Giorgio, mi sentivo già anziana”.

Perché, dopo, avete voluto tre figli adottivi?Con Isabella Rossellini, che ha frequentato la mia stessa scuola di suore e anche lei ha adottato, ci siamo dette che forse ci hanno condizionato i discorsi delle suore sui bimbi meno fortunati di noi.”

Si definisce domatrice di figli. Come li doma?È da pazzi pensare che una madre gestisca da sola un Ufo in casa. Nel mondo anglosassone c’è il college, noi avevamo il collegio e il militare. Ai tempi di mia madre, i figli partivano e tornavano che adoravano la mamma, mangiavano tutto, avevano un’identità sessuale definita e avevano imparato uno sport. Oggi, c’è solo la scuola italiana a cui consegni un angioletto e ti rende un diavolo”.

Serena e Monica le ha avute prima in affido poi le ha adottate, com’è stato?Dura. Avevano 7 e 10 anni, e denti mancanti per le botte del padre. Per far loro superare i traumi, abbiamo fatto tutti terapia di gruppo, io Francesco, i fratelli. Una cosa che consiglio a ogni famiglia”.

Come si cresce un figlio adottato?Lotti con il Dna, affinché non ne condizioni la vita, e conta l’esempio che dai. Le figlie, per dire, mi hanno visto lavorare tanto e lavorano tanto”.

 

Fonte Corriere della Sera