Barletta: con “Fidati dell’affido” mai più un bambino senza famiglia

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Un invito a tutte le famiglie in difficoltà: “Fidati dell’affido”. È questo il nome della campagna di sensibilizzazione che vede Amici dei Bambini impegnata in prima linea al fianco del Comune di Barletta e di altri enti e associazioni che hanno a cuore la tutela dei diritti dell’infanzia.

Nella giornata del 21 maggio il settore dei Servizi Sociali della città della Disfida, in collaborazione con la Provincia di Barletta – Andria – Trani e l’Azienda Sanitaria Locale di Barletta, ha presentato alla Regione Puglia il nuovo “Progetto per la promozione e il potenziamento dei percorsi di affidamento familiare”. L’iniziativa si inserisce nell’ambito del Piano Sociale di Zona e delle attività che i tre enti hanno già avviato, nel novembre 2013, sulla base del “Protocollo d’intesa operativo per la regolamentazione del servizio integrato territoriale su affido e adozione”.

Ai.Bi. Puglia offrirà quindi la sua collaborazione al servizio di affido familiare avviato a Barletta, che aderisce al Coordinamento Nazionale Servizi Affido. Con Ai.Bi. ci saranno anche il Centro per la famiglia, l’Associazione nazionale famiglie numerose e altre organizzazioni del Terzo Settore.

In calendario ci sono ora tre incontri di sensibilizzazione, previsti per il 27 e 30 maggio e il 9 giugno, rispettivamente nella parrocchia di San Nicola, nel plesso di via Zanardelli della scuola “Girondi” e presso il Centro polivalente comunale per minori (Cagi).

Tra i servizi predisposti si segnala quello offerto da speciali “stanze da gioco”, adibite presso l’Ufficio Affido e Adozione di Barletta. Qui il bambino potrà vivere con serenità il distacco dal nucleo familiare di origine ed essere seguito e tutelato dalle operatrici del settore Servizi Sociali. La durata dell’affido potrà variare da 6 a 24 mesi e tra genitori biologici e affidatari e il minore si creerà quello che Anna Rizzi Francabandiera, assessore ai Servizi Sociali e vicesindaco di Barletta, definisce “un patto d’amore con l’intento di riportare i bambini nelle famiglie di origine”.

 

Fonti: La Gazzetta del Mezzogiorno, Barlettaviva