Belletti: Renzi sa che la famiglia è strategica

belletti200Riportiamo un’intervista di Lorenzo Maria Alvaro al Presidente del Forum delle Associazioni familiari, Francesco Belletti, pubblicata su Vita.it. 

 

È arrivato il momento delle famiglie. Il premier Matteo Renzi in un’intervista rilasciata a Repubblica ha sottolineato come «già nella delega, vorrei provare ad entrare in una nuova logica. Negli 80 euro che noi daremo da maggio, c’è un elemento di debolezza. Ottanta euro dati ad un single hanno un impatto diverso rispetto ad un padre di famiglia monoreddito con 4 figli. Dobbiamo porci questo problema. Mettere in campo qualcosa di simile al quoziente familiare. Ne discuteremo con gli esperti e con la maggioranza. Ma l’Italia non si può permettere il lusso di trattare male chi fa figli». Una presa di posizione netta che, come ormai ci ha abituati l’esecutivo, ha anche un timing. Qualunque forma avrà l’intervento sarà contestuale all’approvazione della Dleega Fiscale e arriverà a giugno. Per capire cosa c’è sul piatto Vita.it ha parlato con Francesco Belletti, presidente del “Forum delle associazioni famigliari”.

Presidente cosa pensa delle dichiarazioni di Renzi?

Finalmente si apre alle famiglie. È una cosa molto importante.

Introducendo il discorso il Premier ha fatto anche autocritica per quello che riguarda gli 80 euro…

Si, il fatto che abbia ricevuto alcune delle nostre critiche è un altro dato importante. Avevamo sottolineato che non modulare quegli 80 euro secondo i carichi familiari rischia di generare iniquità. Molte famiglie infatti hanno soglie di incapienza diverse a seconda del numero di figli. Si rischia che il beneficio venga ottenuto da chi ha meno figli. Per cui questa misura, che aveva il pregio di stare su una fascia di reddito medio bassa, per cui sostenere direttamente le famiglie, poteva avere un impatto molto più efficace, soprattutto per il sostegno ai filgi, che fa la differenza oggi nel Paese. C’è da recuperare un’esplicita strategia di sostegno alle nuove generazioni. Che vuol dire giovani, giovani coppie e bambini. L’idea che adesso Renzi abbia assunto questo impegno esplicitamente è un buon segnale. Aspettando risposte concrete

A proposito di risposte concrete cosa pensate del quoziente familiare?

Non è il modello che abbiamo proposto. La nostra prospettiva è il Fattore famiglia. Perché riesce a garantire un uguale beneficio a tutti i percettori. Ogni bambino vale lo stesso a prescindere dal reddito dei genitori. La nostra obiezione al quoziente è proprio che è progressivo in funzione del reddito col Fattore famiglia si risponde a questa criticità: costruisce la pressione fiscale inferiore sulla base di figli a carico. In questo modo si riconosce ugualmente il peso sia per redditi bassi che alti. Ma ovviamente il beneficio fiscale diventa percentualmente più rilevante per i redditi bassi. In questi anni di governi tecnici questa idea era sparita dai radar politici per cedere il posto alle banche, alla finanza, al debito pubblico e allo spread. Tutte cose importante ma stavamo strangolando proprio le famiglie. Si tratta di decidere dove mettere le risorse per far ripartire il Paese. Tutto questo senza contare che si tratta di una proposta che è a costo zero dal punto di vista organizzativo e amministrativamente applicabile da subito.

Siete dunque degli interlocutori del Governo su questi temi?

Noi lavoriamo con l’Osservatorio Nazionale per la famiglia, diretto da Stefano Zamagni. Il primo segnale che abbiamo ricevuto è proprio questa dichiarazione di Renzi. Quindi direi che c’è una forte capacità di ascolto. Serve però un tavolo di discussione serio. Chiediamo che anche sindacati e imprenditori, che oggi hanno abbandonato il tema del fisco familiare, capiscano che sulla famiglia conviene investire. Al mondo del lavoro chiediamo che la conciliazione famiglia-lavoro non sia un optional ma un driver fondamentale per migliorare produttività, investimento e patto tra lavoratore e azienda. La famiglia è un capitale sociale non un costo assistenziale.

Renzi parlava di giugno come dead line…

Si perché tra giugno e luglio, prima dell’estate, dovrebbe essere ratificata la Delega Fiscale. I criteri cioè sulla base dei quali riformuliamo il nostro sistema fiscale. È questa la grande richiesta strategica che noi facciamo: prima ancora di spendersi sui numeri e sul budget venga finalmente riconosciuto quello che dice l‘art. 53 della Costituzione, «tutti sono tenuti a contribuire secondo la capacità contributiva». Il concetto che noi tentiamo di rappresentare è che la capacità contributiva cambia in funzione del numero di persone che con quel certo reddito vivono. Il nostro sistema oggi non lo fa. Se ci fosse più equità molte famiglie con figli non sarebbero in povertà.

Sarebbe il modo per portarle fuori dalla povertà?

Certo, sarebbe il modo in cui molte famiglie tornerebbero a vivere una vita normale. Il che significa anche economia reale e consumi. Senza contare il fatto che potrebbe essere una risposta al blocco demografico. In questo modo non si difendono interessi particolare ma si lavora per il sistema Paese.