Bielorussia. Renzi si riprende la delega di Presidente CAI e firma la lettera che porterà in Italia 150 bambini adottati

bielorussia4La firma tanto attesa è arrivata. Anche se non è quella che ci si sarebbe aspettati all’inizio di questa lunga vicenda. Dopo mesi e mesi, la lettera di garanzia richiesta dalla Bielorussia alle istituzioni italiane per dare il via libera al completamento delle procedure di adozione internazionale di 150 bambini è finalmente stata siglata e inviata. A firmarla però è stato il presidente del Consiglio Matteo Renzi, in quanto presidente della Commissione Adozioni Internazionali, e non la vicepresidente della stessa Cai a cui proprio il premier ha delegato le funzioni presidenziali.

Una firma, quella di Renzi, arrivata dopo settimane di mediazione e interessamento alla questione da parte dei funzionari del ministero degli Affari Esteri e della Presidenza della Repubblica. Decisivo forse è stato un tweet di Maurizio Faggioni, presidente di Bambini di Chernobyl Onlus, uno degli enti autorizzati che seguono una parte consistente delle famiglie coinvolte in questa vicenda: giovedì 26 novembre, infatti, Faggioni ha scritto a Renzi pregandolo di firmare la fatidica lettera, ricordandogli che, negli istituti bielorussi, ci sono 150 bambini adottati da coppie italiane che attendono disperati di poter finalmente abbracciare i loro genitori. Nella mattinata di domenica 29 arriva la comunicazione da parte dell’ambasciatrice del Quirinale Emanuela D’Alessandro in cui si annuncia l’avvenuta firma della lettera. Missiva che lunedì 30 novembre risulterebbe inviata – a quanto riferisce lo stesso Faggioni -, tramite la Farnesina, all’ambasciatore italiano a Minsk e al suo collega bielorusso a Roma.

Insomma, si intravede la felice conclusione di una vicenda che si è protratta fin troppo a lungo, con continui blocchi e ritardi causati unicamente dalle istituzioni italiane. Basti l’esempio proprio di questa firma: una semplice formalità per una lettera che la Bielorussia richiede all’Italia a garanzia del fatto che i minori bielorussi accolti nel nostro Paese vengano trattati nel pieno rispetto dei loro diritti.

Proprio per evitare che in futuro si ripeta uno stallo simile a quello appena risolto, Faggioni ha proposto già da tempo di “standardizzare” la lettera di garanzia. “Si tratterebbe di renderla un automatismo – spiega il presidente di Bambini di Chernobyl Onlus – da attuare, da parte delle autorità italiane, ogni volta che la Bielorussia invia in Italia la lista con i nominativi dei bambini adottabili”. Questa la proposta che lo stesso Faggioni porterà all’incontro con la Presidenza del Consiglio da cui è stato convocato per giovedì 3 dicembre.

Ripercorrendo i fatti, il 19 maggio le autorità italiane inviano a Minsk la richiesta di adottabilità dei minori bielorussi. Dall’Est Europa la risposta, con i nomi dei minori adottabili, arriva il 22 luglio. Il 3 agosto la Cai augura “buon lavoro” agli enti interessati. Ma la possibilità di procedere con le adozioni in realtà ancora non c’è. Faggioni lo scopre direttamente in Bielorussia dove si reca per il disbrigo di alcune pratiche burocratiche. Ne nasce un botta e risposta tra il suo ente e la Cai. “Dal 15 settembre la Commissione ha mantenuto nei confronti della vicenda un silenzio assoluto – ricorda Faggioni – che, a mio avviso, non è altro che un’ammissione di colpa. Di fronte alle nostre richieste di informazioni, la Cai ci ha tacciato di diffondere ‘notizie fantasiosi e infondate’ che creano ‘ingiustificato allarmismo’ tra le famiglie. In merito a questa vicenda, il mio ente presenterà una querela chiedendo alla Cai una rettifica”. Da settembre a inizio novembre sono le stesse famiglie coinvolte a prendere la parola, scrivendo direttamente al premier e al capo dello Stato. Il 9 novembre, con la mediazione del Quirinale e della Farnesina, la lettera arriva sulla scrivania di Renzi. A fine mese, finalmente, giunge anche la firma che dà il via libera all’arrivo dei bambini bielorussi in Italia. “Tutto dovrebbe completarsi entri fine gennaio”, annuncia Faggioni, che, insieme a tutte le famiglie e ai bambini in attesa, vede finalmente la luce in fondo al tunnel.