Valentina Griffini alla Biennale dell'Accoglienza

Biennale dell’Accoglienza: Valentina Griffini Ai.Bi.: “Non chiamiamolo più post-adozione, ma post-abbandono”

La CEO di Ai.Bi. Valentina Griffini: “L’adozione è un cammino che non termina a 18 anni. Serve un sistema uniforme e un sostegno che accompagni i ragazzi verso l’autonomia”

Lunedì 3 novembre nel corso della prima edizione della Biennale dell’Accoglienza , in corso a Milano, Valentina Griffini, Amministratore delegato di Ai.Bi. Amici dei Bambini ETS, ha partecipato al tavolo “Adozione: post adozione, teoria o realtà”, introdotto e moderato dal gioranlista di Avvenire Luciano Moia. Griffini ha posto l’accento su un tema cruciale nel dibattito sull’accoglienza e l’inclusione, sottolineando come il post-adozione sia un processo continuo e non la semplice fase conclusiva di un percorso.

L’intervento di Valentina Griffini

Riferendosi a quanto detto negli interventi che hanno preceduto il suo, Valentina Griffini ha voluto “Aggiungere un pezzettino”, esprimendo la convinzione che il post-adozione sia “un processo lungo che continua nel tempo“. Un invito, questo, a non guardare all’adozione semplicemente come “un atto”; perché, pur senza nulla togliere all’importanza delll’atto giuridico in sé, “non è quello che dà la patente per essere famiglia, genitore o figlio.”
Secondo la dirigente di Ai.Bi., l’accompagnamento delle famiglie adottive e dei ragazzi deve proseguire ben oltre le prime fasi dell’inserimento, abbracciando tutte le tappe della crescita e della formazione. Se durante gli anni scolastici il sostegno è in genere più presente, resta ancora molto da fare per garantire un sistema uniforme su tutto il territorio nazionale. “Sarebbe necessario – ha proseguito Griffini – che in tutta Italia ci fosse un approccio omogeneo: non possiamo più parlare di un Paese ‘a macchia di leopardo’, dove in alcune zone le cose funzionano e in altre no. Deve funzionare dappertutto, altrimenti alcuni ragazzi avranno la possibilità di essere seguiti e costruirsi un futuro sereno, mentre altri — solo per aver incontrato difficoltà iniziali — rischiano di non farcela.”

Non solo post-adozione, ma post-abbandono

Griffini ha poi richiamato l’attenzione su una fase spesso trascurata: quella del post-adozione adolescenziale e del passaggio all’età adulta. Dopo i 18 anni, infatti, i ragazzi non sono più in carico al sistema scolastico e molti percorsi di accompagnamento si interrompono, proprio nel momento in cui emergono fragilità profonde. “A 16 o 17 anni entra in gioco il post-adozione adolescenziale; poi arrivano i 18 anni, e bambini e ragazzi diventano giovani adulti. Alcuni arrivano con difficoltà dovute a esperienze scolastiche complicate, e in quel momento l’accompagnamento finisce. Ma le fragilità restano.”
Da qui l’invito a non limitarsi a parlare di post-adozione, ma anche di post-abbandono. L’esperienza dell’abbandono, ha sottolineato Griffini, rappresenta una ferita profonda che segna per sempre la persona, influenzando tappe cruciali della crescita e dell’autonomia. “Essere stati abbandonati significa essere vittime di un abbandono, che è a tutti gli effetti un reato, una delle esperienze più sconvolgenti e devastanti che possano accadere. Quando emergono le difficoltà, spesso si torna lì, all’origine, a quella ferita.”
L’obiettivo, allora, deve essere quello di accompagnare ogni ragazzo e ogni famiglia oltre l’adozione, fino alla piena autonomia e all’inserimento lavorativo, favorendo una società capace di accogliere davvero.
“Non si tratta di ottenere una certificazione o una legge come la 104, ma di accompagnare l’adozione verso l’autonomia. Bisogna proseguire fino all’inserimento lavorativo. Oggi, trovare lavoro è difficilissimo, e per chi porta dentro di sé una ferita profonda, ogni rifiuto può pesare molto di più.”
Le parole di Valentina Griffini hanno offerto una riflessione profonda sul valore dell’accompagnamento post-adottivo, sottolineando come l’adozione non sia un punto d’arrivo, ma un percorso di vita che deve essere sostenuto nel tempo, senza scadenze e senza differenze territoriali. Perché, come ha significativamente concluso il suo intervento Griffini: “L’adozione è un’esperienza che, in realtà, non finisce mai.”

Informazioni e domande sull’adozione internazionale

Chiunque, coppie e single, sia interessato ad avere maggiori informazioni sull’Adozione Internazionale o a intraprendere l’iter adottivo può partecipare ai tanti webinar e corsi organizzati da Ai.Bi. Amici dei Bambini. Per informazioni, contattate l’ufficio adozioni di Ai.Bi. scrivendo un’e-mail a adozioni@aibi.it, telefonando al numero 02988221 o utilizzando la nostra live chat, che si apre automaticamente una volta nella pagina dell’Adozione Internazionale. Verrai messo direttamente in comunicazione con un nostro operatore.

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Foto presa dalla pagina Facebook del Forum delle Associazioni Familiari https://www.facebook.com/forumfamiglie