Bolivia. L’appello di Manuel, 10 anni, al Ministro della Giustizia: “Per favore riaprite le adozioni internazionali. Quei bambini aspettano dei genitori che li adottino!”

boliviaCon una lettera in mano, Manuel, 10 anni, boliviano e adottato da una famiglia italiana quando aveva solo pochi mesi di vita, si è fatto ricevere dalle più alte cariche dello Stato sudamericano, per affidare, letteralmente, nelle loro mani il futuro di tutti quei bambini che si trovano ancora negli Istituti mentre sognano di trovare una famiglia che li ami.

Una lettera, che di riga in riga diventa un vero e proprio appello, che Manuel ha consegnato al Ministro alla Giustizia  Virginia Velasco Condorie, all‘Ambasciatore italiano e alla direttrice del SEDEGES (Servizio Dipartimentale della Gestione Sociale). A tutti e tre ha affidato il suo messaggio di speranza: riaprire le adozioni internazionali in Bolivia affinché ogni bambino possa lasciare l’Istituto e avere una famiglia.

Vorrei chiederle di riaprire le adozioniscrive Manuel nella sua lettera ‘appello’ perché a me piace la mia terra di origine ma a me piace anche l’Italia. Con la mia famiglia stiamo aspettando un fratellino ma purtroppo dobbiamo restare in Italia perché qua non si può adottare“.

“Ogni bambino ha diritto di avere una famiglia – continua – ; ve lo dico perché io sono stato adottato e so cosa significa non avere una mamma e un papà. Non è bello essere in un istituto; e quei bambini dentro gli istituti aspettano solo di avere una mamma e un papà che li prendano in braccio e li amino con tanto affetto e tanto amore. Quei bambini aspettano che dei genitori li adottino”.

Un’attesa che per fortuna, 10 anni fa, non è stata particolarmente lunga per Manuel che è stato nella Casa Hogar Virgen de Fatima, solo per i primi mesi della sua vita, prima di essere adottato da papà Marco e mamma Lara Brentegani. Ma tanto da essere sufficienti per avere la consapevolezza che avere una famiglia e una casa che ti accolga è una fortuna riservata a pochi. Da qui la lettera “appello” scritta di suo pugno e consegnata a “chi può” fare qualcosa per questi bambini. Gli stessi che nel suo viaggio in Bolivia ha avuto modo di incontrare quando è andato in visita nella Casa Hogar Virgen de Fatima.

“Sono ritornato in Bolivia per vedere dove sono nato – racconta Manuel nella sua lettera – ed è molto emozionante. Parlo un po’ spagnolo e alla fine di questo viaggio intendo studiarlo. Con la mia famiglia conto di mantenere alcune abitudini boliviane come ricordare delle festività ascoltando musica tipica come la caporala e mangiando qualche piatto tipico come la quinua. A me piace la mia città e la mia gente”.

Manuel è andato in Bolivia con i suoi genitori e la sorellina Xiaxia, di origini cinesi. “In questi anni – racconta il papà Marco – abbiamo spesso raccontato a Manuel della Bolivia, facendogli vedere foto e immagini sui paesaggi, la gente, le abitudini, le tradizioni culinarie e culturali di quei posti, confermando sempre la nostra disponibilità, quando lui si fosse sentito sicuro, ad andare di persona”.

E così è stato. Ma a differenza dei progetti iniziali non è stato un “viaggio turistico”.  Il piccolo Manuel aveva le idee ben chiare fin dall’inizio: il suo viaggio aveva un preciso scopoIncontrare tutti quelli che a vario titolo gli avevano permesso di avere una seconda chance. Ha, così, rivisto la giudice che ha seguito le pratiche per la sua adozione, che è stata molto felice di vedere il frutto del suo lavoro a distanza di anni. Ma non solo.

La determinazione di Manuel lo ha portato a incontrare il Ministro di Giustizia, Virginia Velasco Condorie il suo viceministro.  Il Ministro Condori ha donato, così, a Manuel la copia autografata della legge sulla tutela dei minori da poco rinnovata. Ma non era sufficiente: ecco che dopo il Ministro, Manuel ha parlato anche con l’Ambasciatore italiano, a cui ha lasciato copia della sua lettera e raccontato del suo desiderio di vedere la Bolivia. Infine ha incontrato la direttrice del SEDEGES (Servizio Dipartimentale della Gestione Sociale). Anche a lei ha lasciato copia della sua richiesta di fare in modo che ogni bambino abbia una famiglia.

“E’ stato un viaggio molto importante per Manuel e per tutti noi – conclude papà Marco -, che sicuramente ci rimarrà per sempre nella memoria e nel cuore. Auguriamo a Claudio (Calisti, referente Ai.Bi. in Bolvia ndr) e al suo team di poter raggiungere gli obiettivi ambiziosi per i quali si stanno battendo con tenacia e speriamo che il messaggio di Manuel possa essere utile in Italia come è stato in Bolivia” .