Bolivia. Per prendersi cura di un bambino c’è bisogno di un’intera tribù

L’importanza della famiglia affidataria, per un bambino, si inserisce in un contesto più ampio, che coinvolge tutti i soggetti che hanno a che fare con il minore. Per renderlo, insieme, protagonista della propria vita

Come già raccontato nelle scorse settimane, all’interno del contesto del progetto “DAL NIDO: Dalla Nascita, l’Identità, i Diritti, e le Opportunità”, co-finanziato dalla Commissione Adozioni Internazionali e coordinato dall’Associazione Amici dei Bambini in Bolivia, si è svolta la conferenza internazionale sull’Affido organizzata da Ai.Bi. in collaborazione con il SEDEGES di La Paz.
Tra i relatori, era presente anche il cileno Francisco Covarrubias, che ha tenuto un intervento molto bello sul tema della cura dei bambini.

Prendersi cura di un bambino, perché per lui la famiglia è tutta la sua vita

Francesco è padre adottivo di due bambini e ha una lunga esperienza come famiglia “sostitutiva transitoria” (affidataria). Raccontando la sua storia, ha trasmesso a tutti i presenti cosa significhi avere una famiglia affidataria per un bambino: perché se una famiglia può essere parte della vita di un bambino, per un bambino la famiglia è tutta la sua vita.
Si tratta di un percorso di cura e responsabilità che parte dall’accoglienza di un bambino che, sebbene possa esser piccolo, ha già sofferto la separazione da sua madre. La famiglia affidataria ha quindi la responsabilità di creare un legame sicuro, che aiuterà il suo sviluppo lungo tutta la sua vita: la cura, l’attenzione, la protezione e, soprattutto, l’amore che viene dato, diventano gli elementi sui quali il bambino può costruire una nuova consapevolezza per tornare nella propria famiglia o venire adottato.

Lavorare insieme per il bene del bambino

Francesco ha anche insistito sull’importanza dell’impegno di ciascuno dei soggetti che circondano il bambino: come dice un famoso proverbio africano: “Per prendersi cura di un bambino serve un’intera tribù“, e questo è verissimo. Calando la riflessione nella concretezza della vita dei bambini, guardando chi ha a che fare, a vario titolo, con la loro vita, si possono individuare i genitori, i parenti, la famiglia allargata, gli amici, i padrini, i conoscenti, il difensore civico per l’infanzia e l’adolescenza, la Corte, il SEDEGES, la società civile, la famiglia affidataria… È necessario che tutti questi soggetti diventino davvero una “tribù” che si impegna, insieme, nella cura e nella protezione del singolo bambino.
È tempo, per noi, di prendere coscienza, ha concluso le sue riflessioni Francesco. È tempo di pensare al superiore interesse dei bambini. È tempo che ogni bambino abbia la possibilità di essere curato e protetto da una famiglia; di lavorare a una corresponsabilità in cui la famiglia, lo stato e la società siano protagonisti nella vita, nello sviluppo e nel futuro di un bambino.

Come detto, la conferenza all’interno della quale c’è stato l’intervento di Francesco è stata realizzata nell’ambito del progetto: DAL NIDO: Dalla Nascita, l’Identità, i Diritti, e le Opportunità”. Chiunque può dare il proprio contributo alle attività previste dal progetto tramite una donazione una tantum.
Tutte le donazioni ad Ai.Bi. godono delle seguenti agevolazioni fiscali.